Legambiente: sul territorio provinciale c’è molto da fare, su diversi fronti
Attenzione ai trasporti ferroviari, alle bonifiche e ai siti nucleari
Legambiente interviene al dibattito per aumentare la qualità della vita, recuperare ritardi nelle infrastrutture, produrre un salto di qualità nella modernità. Anche il Piemonte ha la sua parte di opere inevase o in attesa di conclusione. Alcune sono sul territorio della Provincia.
Quello di Legambiente è un elenco certosino, diviso per territorio e per tipologia di intervento: messa in sicurezza, bonifica, trasporti, infrastrutture. Opere grandi e piccole.
«Anche sul nostro territorio abbiamo opere non completate o, peggio, non ancora iniziate che potrebbero rappresentare una svolta nella qualità della vita dei cittadini – afferma Giorgio Prino, Presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – In giorni in cui l’attualità ci porta a parlare di processo Eternit il pensiero corre facilmente alle mancate bonifiche nei Comuni del Casalese: se nel Sin (Sito di Interesse Nazionale) del Comune di Casale Monferrato molto è stato fatto, molti interventi di bonifica delle coperture in cemento-amianto e del cosiddetto polverino (prodotto di scarto del ciclo produttivo delle tubature in cemento-amianto, utilizzato come isolante per sottotetti, per la ricopertura di cortili e, più in generale, come materiale di riempimento) previsti sono ancora da avviare nei restanti 47 Comuni inseriti nel perimetro Sin».
L’elenco delle opere piemontesi prioritarie continua con interventi sui trasporti regionali. Si menziona la necessaria riapertura in tempi certi delle 14 linee ferroviarie soppresse che deve diventare la priorità della Regione Piemonte (si pensi alla Casale Vercelli e alla Casale Mortara). In totale si tratta di oltre 480 km di linee in un bacino che conta quasi un decimo della popolazione regionale.
Infine c’è il capitolo della la messa in sicurezza dei Rifiuti radioattivi sparsi in siti a rischio. Oltre tre milioni di miliardi di Becquerel di rifiuti radioattivi sono oggi presenti in Italia, e per i tre quarti sono collocati in Piemonte, in sei diversi siti: Centrale di Trino Vercellese (Vc), Impianto Eurex Saluggia (Vc), Deposito Avogadro Saluggia (Vc), Deposito LivaNova Saluggia (Vc), Campoverde Tortona (Al), Ex Fabbricazioni Nucleari Bosco Marengo (Al). Questi siti, spiega Legambiente, a causa della loro collocazione, sono assolutamente inidonei ad ospitare depositi di rifiuti radioattivi, e in particolare i siti di Saluggia, in provincia di Vercelli, costituiscono la situazione più assurda, dato che si trovano ad ospitare i rifiuti a più alta radioattività, nonostante siano a rischio di alluvione per la vicinanza con la Dora Baltea e siano collocati poco a monte del punto di prelievo dei pozzi dell’Acquedotto del Monferrato, il più esteso del Piemonte.