Coldiretti
"Il vino è il traino per l’intero sistema agroalimentare non solo all’estero ma anche sul mercato interno, a partire dal settore turistico".
12 Aprile 2022 ore 15:30
Davvero la guerra in Ucraina può far lievitare i prezzi del vino che beviamo? L'allarme arriva da Coldiretti che dal Vinitaly avverte: i costi di produzione sono aumentati del 35%. Non è l'uva a costare di più, bensì bottiglie di vetro, tappi e altri materiali. "Le aziende vitivinicole si sono trovate a fronteggiare aumenti unilaterali da parte dei fornitori di imballaggi che arrivano oggi a pesare sui bilanci per oltre un miliardo di euro", denunciano dall'Associazione.
Qualche esempio? Una bottiglia di vetro costa il 30% in più rispetto al 2021, mentre il prezzo dei tappi ha superato il 20% per quelli di sughero e addirittura il 40% per quelli di altri materiali. Per le gabbiette per i tappi degli spumanti gli aumenti sono nell’ordine del 20% ma per le etichette e per i cartoni di imballaggio si registrano rispettivamente rincari del 35% e del 45%.
I prezzi che variano di settimana in settimana rendono anche difficile una programmazione economica dei costi aziendali. "Fino ad oggi però, l’incremento dei costi è stato scaricato esclusivamente sulle spalle dei viticoltori", sottolinea Coldiretti che indica una possibile soluzione: intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi immediati e strutturali per programmare il futuro.
Le ripercussioni si potrebbero avere su larga scala: "Il vino è il traino per l’intero sistema agroalimentare non solo all’estero ma anche sul mercato interno, a partire dal settore turistico".
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