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Bagarre in consiglio per la farmacia
Individuata la zona della nuova farmacia che si potrà aprire in città. Esclusa l'area di corso Alessandria. La minoranza fa emergere le contraddizioni in maggioranza e incassa una vittoria politica e sostanziale
Individuata la zona della nuova farmacia che si potrà aprire in città. Esclusa l'area di corso Alessandria. La minoranza fa emergere le contraddizioni in maggioranza e incassa una vittoria politica e sostanziale
Nel corso della seduta, su proposta del presidente del Consiglio comunale, Franco Carabetta, la delibera è stata emendata, stralciando quindi la possibilità dell’apertura in corso Alessandria – dalla confluenza con corso della Repubblica sino alla confluenza con SS. per Alessandria, via Leonardo da Vinci, via Opizzoni. Questo per le perplessità sollevate dalla minoranza circa l’opportunità di aprire in corso Alessandria, zona vicina ad altre farmacie già esistenti. Arrivare però alla definizione dell’area non è stato semplice. Nel corso del dibattito in consiglio, il nodo era, almeno per buona parte della discussione, la proposta di inserire corso Alessandria come sede più idonea ad ospitare la nuova farmacia. E’ stato il consigliere Franco Filella dal Pd, poi sostenuto da tutti gli altri interventi della minoranza ad accendere la miccia, sottolineando come in quella zona della città non ci sia effettivamente necessità di nuove farmacie, essendocene già altre nei pressi, mentre l’area della circonvallazione coprirebbe zone cittadine ora scoperte. Qualche dubbio è poi sorto riflettendo su alcuni negozi sfitti nei pressi del palazzo comunale, che diventerebbero molto appetibili in caso di possiiblità di avvio di una nuova farmacia. Al di là delle illazioni, che possono anche avere talvolta fondamento, la quesitone si è fatta poi giuridica, nel momento in cui Filella e Bardone (Pd) hanno evidenziato come nel parere di Asl e ordine dei farmacisti sia indicata chiaramente come priorità l’area di circonvallazione. Da qui la richiesta alla giunta delle ragioni per cui non si è tenuto conto dell’indicazione contenuta nei pareri citati, senza fornire motivazioni. Dopo lunga sospensione, che ha fatto pensare anche a fratture in maggioranza, l’assessore competente Daniele Calore ha replicato sottolineando l’appetibilità di mercato della zona di corso Alessandria e anche la non interferenza del volume di eventuali affari della nuova famraica con le altre due farmacie comunali oggi esistenti a San Bernardino e al centro commerciale Oasi. Risposta salutata negativamente dall’opposizione con un duro intervento di Gianluca Silvestri (Udc): “Vergognoso pensare alla tutela dei farmacisti e non del bene comune”. A tentare di calmare le acque, senza escludere l’ipotesi di una non condivisione della scelta della maggioranza per corso Alessandria, il presidente del consiglio comuale Franco Carabetta, che ha proposto un emendamento per stralciare corso Alessandria e le vie limitrofe dall’area. Altra sospensione, con la minoranza che ha ribadito come per la città sarebbe stato più utile insediare la farmacia altrove, mentre l’assessore ha ripetutamente interrogato il segretario comunale per accertarsi della legittimità della delibera nel caso in cui non si fosse tenuto conto dei pareri richiesti per legge, peraltro contrari a individuare in corso Alessandria la sede più idonea. Dopo una fase di proposte, scambi, batti e ribatti, si arriva così al voto della delibera e dell’emendamento, fatto che ha portato una certa pace nella maggioranza, che ha votato compatta i due punti, mentre la minoranza ha respinto sia la delibera che l’emendamento, motivando la scelta con l’assenza di strategia della maggioranza e di un metodo che va a tentoni, “come in un mercato”, nelle parole di Gianluca Bardone (Pd). Per la minoranza una vittoria nettissima, avendo ottenuto lo stralcio della collocazione di corso Alessandria, per avere stanato qualche mal di pancia in maggioranza e per essersi presa il lusso di non votare nemmeno l’emendamento conseguente alle sue proteste. La maggioranza ha portato a termine l’adempimento di legge, ma ha dovuto incassare la brutta figura di un’ondivaghezza e qualche retromarcia, senza contare che l’insistenza su corso Alessandria fa pensare che qualche pressione dall’esterno doveva comunque essere arrivata e magari ascoltata da qualche esponente. Alla fine il risultato cancella tutta la schermaglia e va nell’interesse generale, ma il dato politico resta