Cascina Lazzaro: “attività sospesa ma i lavoratori non mollano”
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Cascina Lazzaro: “attività sospesa ma i lavoratori non mollano”

La Cgil fornirà l'assistenza legale ai quaranta braccianti in rivolta: "si sono fermati perchè avevano fame", denuncia il segretario provinciale. Dalla Cia: "abbiamo chiesto un tavolo di confronto. Sono state dette cose pesanti. Quell'euro all'ora era un acconto, l'azienda era in difficoltà". A breve un incontro con il prefetto

La Cgil fornirà l'assistenza legale ai quaranta braccianti in rivolta: "si sono fermati perchè avevano fame", denuncia il segretario provinciale. Dalla Cia: "abbiamo chiesto un tavolo di confronto. Sono state dette cose pesanti. Quell'euro all'ora era un acconto, l'azienda era in difficoltà". A breve un incontro con il prefetto

Restano accampati davanti all’azienda per la quale lavoravano, la Lazzaro di Castelnuovo, i braccianti in “rivolta”, in attesa che la situazione si risolva, in qualche modo. Se l’attività dovesse riprendere, i 40 lavoratori di nazionalità marocchina scesi in sciopero, vorrebbero poter continare a lavorare. “Si sono fermati per fame, non per chiedere soldi o diritti. Erano senza cibo e tre i loro sono anche stati ricoverati in ospedale”, ha detto Silvana Tiberti, segretario provinciale Cgil. Il sindacato li sta assistendo dal punto di vista legale, sia sotto il profilo della normativa sull’immigrazione, sia sotto quello contributivo. “Nessuno è clandestino, qualcuno è un lavoratore irregolare. Abbiamo raccolto le loro testimonianze, che saranno verificate. Molti lavorano per quell’azienda da diversi anni. Dai Cud risultano paghe da 150 ai 2500 euro aunnui, per sei o nove mesi di lavoro, con ritmi da 300 ore di lavoro al mese. Purtroppo siamo venuti a conoscenza della situazione quando era ormai già tardi ed era già tutto successo. Sarebbe importante, invece, poter intervenire prima, in accordo con le associazioni dei datori. Temiamo che il caso della cascina Lazzaro non sia isolato ma ai sindacati non è data la possibilità di entrare nelle aziende”.
A breve ci sarà un incontro con il prefetto, che è stato subito informato e che “si è attivato immediatamente”. Prosegue Tiberti: “certo si possono fare tante considerazione, ma c’è un dato: che l’ispettorato del lavoro ha sospeso immediatamente l’attività, un fatto che denota tutta la gravità del caso”. L’azienda lavora prodotti agricoli e ortofrutticoli e in questo periodo i quaranta braccianti erano impegnati nella raccolta delle zucchine, destinate in gran parte alla grande distribuzione
“Sono state dette cose pesanti, come il fatto che i lavoratori venivano pagati un euro all’ora – è quanto sostiene Carlo Ricagni, presidente di Cia, confederazione italiana agricoltori a cui la Lazzaro è associata – quando invece si trattava di acconti. C’è un ritardo nei pagamenti di due mesi perchè l’azienda era in difficoltà economiche e a sua volta attendeva il pagamento di alcune forniture. Riteniamo, inoltre, che alcuni dei braccianti che si trovano lì non fossero neppure lavoratori presso l’azienda. Abbiamo chiesto per primi – prosegue – un tavolo di confronto per discutere non solo di questo caso specifico”.
Da tempo le associazioni degli agricoltori chiedono misure e interventi a favore del comparto. Non ultima la richiesta di non cancellare i voucher che consentono i pagamenti degli stagionali in modo semplificato ma nel rispetto della normativa. “Noi, per primi, abbiamo sempre auspicato il rispetto della legalità e lavorato per questo. Mi auguro che questa vicenda non sia davvero la punta di un iceberg, come qualcuno dice”.
Intanto, a Castelnuovo, è nata una catena di solidarietà per portare prima di tutti cibo ai quaranta braccianti. “Grazie all’aiuto di una cooperativa di Cuneo e alla Policoop che ci danno una mano, mentre l’istituto Don Orione ha messo a disposizione la cucina. Almeno ora hanno la possibilità di mangiare – racconta ancora il segretario Cgil – ora ci auguriamo che la catena non si interrompa affinché questi possano tornare a lavorare”.
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