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“Altro che riforma, è un disastro epocale”
Duro commento del presidente dell'Ordine avvocati di Acqui. Una decisione che, se attuata, vedrà a rischio di migrazione studi professionali ed uffici pubblici.
Duro commento del presidente dell'Ordine avvocati di Acqui. Una decisione che, se attuata, vedrà a rischio di migrazione studi professionali ed uffici pubblici.
Dei 3 centri quello che appare maggiormente beffato è Casale che perderà anche la Corte d’Assise e che negli anni passati è stata in corsa per diventare sede della seconda Corte d’Appello del Piemonte. Davvero dalle (quasi) stelle alle stalle, rimanendo il presidio giudiziario soltanto con il giudice di pace, aumentato dai 19 comuni che fanno capo a quello di Moncalvo. In verità un incremento del giudice di pace lo avrà anche Acqui, che acquisterà la competenza territoriale di quello sopprimendo di Nizza Monferrato.
Lo scenario della dismissione degli uffici pubblici è, però uguale in tutti e 3 les sedi, anche se Casale potrebbe perdere – è l’unica ad averli – la sede decentrata della Camera di commercio e il commissariato di Polizia di Stato. Sempre a Casale, come spiega il presidente degli avvocati Pietro Caire, venendo meno il gettito delle registrazioni delle sentenze e di quanto derivante dalla giustizia, anche gli uffici finanziari sarebbero a rischio. Gli avvocati, però, pur in uno spazio angusto per manovrare, non intendono abbandonare la battaglia: sabato c’è stato un incontro dei presidenti degli Ordini forensi subalpine con i parlamentari del Piemonte in Commissione Giustizia alla Camera, Anna Rossomando ed Enrico Costa, cui è stato chiesto di esprimere un forte parere sfavorevole allo schema di decreto legislativo. Va, però, detto che questo parere non è vincolante per il Governo che potrebbe anche arrivare alla pubblicazione del decreto legislativo sulla Gazzetta Ufficiale senza ritoccarlo di una virgola. Venerdì a Roma ci sarà un incontro del coordinamento nazionale degli ordini forensi minori, del quale Piroddi è vice presidente e sicuramente verranno prese delle decisioni. Ma, per il momento, ad Acqui, come a Casale, come a Tortona, c’è da un lato risentimento per il provvedimento governativo preso senza consultare niente e nessuno, e dall’altro preoccupazione per il future. Ad esempio la norma prevede che le spese per l’edilizia giudiziaria siano a carico del Comune che ospita il Tribunale. E siccome il nuovo Tribunale provinciale sarà ad Alessandria, dove l’attuale palazzo di giustizia non è assolutamente in grado di accogliere le pendenze che gli deriverebbero dalla nuova competenza territoriale, il Comune non naviga in acque proprio floride dal punto di vista economico – finanziario, anzi.
Infine che cosa succederà per le nuove cause che inizieranno una volta che il decreto legislativo verrà pubblicato: si inizieranno ad Acqui, Casale o Tortona per poi venire trasferite quando sarà pronto il nuovo Tribunale, oppure direttamente ad Alessandria ? E un aspetto non secondario che il ministro Severino, troppo preso dalla sua enfasi ha sicuramente trascurato, almeno allo stato, di considerare.