118 in prima linea: 284 interventi al giorno
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118 in prima linea: 284 interventi al giorno

E' cresciuta del 110% l'attività della centrale operativa del 118 dopo l'accorpamento con Asti. Il 9,2% sono “codici rossi”. Il nuovo elicottero in dotazione consentirà interventi più rapidi anche il montagna

E' cresciuta del 110% l'attività della centrale operativa del 118 dopo l'accorpamento con Asti. Il 9,2% sono ?codici rossi?. Il nuovo elicottero in dotazione consentirà interventi più rapidi anche il montagna

Oltre 60 mila interventi in un anno, 284 al giorno, soprattutto nelle aree urbanizzate. Sono i numeri più eclatanti dell’attività della centrale operativa del 118, diretta da Giovanni Lombardi (nella foto). Da un anno circa la centrale di Alessandria ha competenza anche sul territorio di Asti e l’incremento degli interventi è stato del 110%, “al di sopra delle nostre aspettative”, ammette Lombardi. I trasporti di pazienti sono stati invece 33.033 nell’ultimo anno, con un incremento del 48%.
“Abbiamo notato che in provincia di Asti c’è una maggiore propensione a chiamare il 118, rispetto alla provincia di Alessandria. In parte dovuto al fatto che la popolazione è più urbanizzata e quindi meno ‘autonoma’ nella gestione delle emergenze rispetto a chi vive in zone rurali; in parte dovuta anche ad una probabile minore capillarità delle rete medica di base”, ipotizza Lombardi.
Tuttavia la nuova organizzazione “non ha registrato momenti di criticità” e l’attività è stata garantita dai 66 medici e 95 infermieri in servizio. A dare una mano, da un mese circa, è arrivato anche un nuovo elicottero per gli interventi di elisoccorso, “più veloce, in grado di arrivare a 280 chilometri orari; più potente, adatto anche alle operazioni in alta montagna; con una dotazione strumentale più complessa”. Nell’ultimo anno l’elisoccorso è entrato in servizio 294 volte, ma “solo” 192 nella provincia di Alessandria. “Ed ogni uscita costa, in media, 10 mila euro l’ora”.
In generale, più dei due terzi degli interventi sono “codici verdi, “gestiti in gran parte dalla rete di volontari”. Solo il 10% circa si tratta di “codici rossi”, ossia casi in cui sono a repentaglio vite umane. “L’obiettivo futuro non sarà quello di ridurre il numero degli interventi ma quello dei trasporti, cercando cioè di curare il paziente senza doverlo ricoverare. Questo, ovviamente, implica una riorganizzazione complessiva della rete, con l’introduzione di un maggior numero di ‘auto mediche’” spiega Lombardi. Non deve sorprendere, infatti, che il 58% degli interventi vengano effettuati presso le abitazioni dei pazienti; i soccorsi in strada solo il 12,5%, sui luoghi di lavori l’1,78%; in esercizi pubblici il 2,97%. Minimi quelli effettuati in scuole (0,66%) o impianti sportivi (0,67%).

Ancora qualche dato: Le principali patologie sono suddivise in: trauma (21,7%), non trauma (78,3%) a sua volta suddiviso in cardiocircolatorio (11,3%), respiratorio (11%), neurologico (9,8%), psichiatrico (3,6%) intossicazione (1,6%), neoplastico (0,1), altre cause (27,3%).
“E’ bene ricordare che alla risposta della centrale operativa va comunicato, possibilmente con calma e precisione all’operatore, che è un infermiere specializzato, alcune informazioni come la localizzazione, il numero delle persone coinvolte, cosa è successo. Questo è un protocollo condiviso e consente di calibrare al meglio l’intervento”, ricorda il direttore.

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