Tribunale unico? “Pronti a collaborare ma lo Stato ci deve mettere in condizioni di lavorare”
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Irene Navaro - irene.navaro@alessandrianews.it  
10 Settembre 2012
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Tribunale unico? “Pronti a collaborare ma lo Stato ci deve mettere in condizioni di lavorare”

Il presidente del Consiglio dell'ordine degli Avvocati di Alessandria Piero Monti mette in luce i vantaggi e gli svantaggi della riforma dei tribunali. “Non la abbiamo voluta noi ma siamo pronti a collaborare perchè possa funzionare al meglio, purché ci mettano nelle condizioni di lavorare”. Sulla scelta della sede, ottimale Valfrè o ex Consorzio agrario, anche se...

Il presidente del Consiglio dell'ordine degli Avvocati di Alessandria Piero Monti mette in luce i vantaggi e gli svantaggi della riforma dei tribunali. ?Non la abbiamo voluta noi ma siamo pronti a collaborare perchè possa funzionare al meglio, purché ci mettano nelle condizioni di lavorare?. Sulla scelta della sede, ottimale Valfrè o ex Consorzio agrario, anche se...

“Di quale riforma vogliamo parlare? Ce ne sono tre che riguardano la categoria”. Piero Monti, presidente del consiglio dell’ordine degli avvocati di Alessandria non perde il suo aplomb, ma non significa che il tema non lo appassioni. Da almeno tre mesi si parla di accorpamenti di tribunali, di revisione delle circoscrizioni, di sedi e maxi tribunali. Hanno esternato gli avvocati di Acqui, Tortona e Casale, per dire no ad una riforma che ha visto cancellare i tribunali di riferimento. L’ordine degli avvocati di Alessandria ha cercato di mantenere un’equidistanza che potrebbe essere stata letta anche come una presa di posizione a favore della riforma. E’ davvero così? E come si esprimono gli avvocati del foro alessandrino sul dibattito relativo alla futura, e per nulla scontata, nuova sede?

Avvocato Monti, iniziamo dal decreto sulla revisione delle circoscrizioni, avvocato. Si è fatto un gran discutere prima dell’emanazione e ora che è approvato e prevede la chiusura dei tribunali di Acqui, Casale e Tortona, cosa accadrà?

“Attualmente in provincia di Alessandria ci sono quattro tribunali. Nella stessa situazione è la provincia di Cuneo. Il primo parametro della riforma è quello di un dimensionamento provinciale. Ora, va da sé che l’accorpamento in un solo tribunale comporta dal punto di vista pratico problemi organizzativi. Proprio perchè, insieme a Cuneo, abbiamo una situazione peculiare, ritengo che il Governo centrale non potrà non tenerne conto.
Noi non possiamo altro che fare presente questa situazione alle istituzioni e prendere atto di quanto è stato deciso. Come categoria, faremo di tutto per far funzionare la macchina della giustizia”.

D’accordo ma questa riforma che porterà alla nascita di un solo tribunale in provincia, rispetto ai quattro attualmente funzionanti, secondo il vostro punto di vista potrà portare ad un miglioramento o ad un peggioramento della macchina della giustizia?

“Uffici di dimensioni maggiori potrebbero anche contribuire a fornire risposte più efficienti. Mi riferisco ad una certa specializzazione dei magistrati. Questo potrebbe comportare anche una riduzione nei tempi delle risposte giudiziaria. Ma tutti gli attori, dipendenti, magistrati e avvocati devono mettere in condizioni di essere operativi. Essere sparpagliati in tante piccole sedi non andrebbe in questa direzione. Sgomberiamo il campo: non è stato un desiderio nostro quello di rivedere le circoscrizioni. Siamo consapevoli del valore della giustizia di prossimità ma è anche necessario che venga prestata in modo adeguato. Dopo 150 anni si può anche parlare di riforma, purché sia migliorativa”.

Il decreto è stato approvato, ma deve essere ancora pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale per divenire operativo. Dopo questo passaggio, cosa potrà accadere concretamente. Magistrati e avvocati dovranno traslocare tutti ad Alessandria?
“Si aprirà ora una fase intermedia che dovrebbe durare 12 o 18 mesi. Mi sembra di capire che la riforma dovrà avvenire in tempi brevi. Si parlava, tuttavia, della possibilità di usare ancora per 5 anni le vecchie strutture. Il punto fermo, a mio avviso, è che i servizi devono essere comunque garantiti”.

E qui si apre il discorso della sede. In città se ne sta già discutendo da tempo e le ipotesi non mancano. Ma oggettivamente, ritiene che un comune di dissesto, come quello di Alessandria, riuscirà a fare fronte all’impegno indicato dalla legge di mettere a disposizione e garantire la funzionalità di una sede adeguata?

“Non penso che il Comune di Alessandria possa riuscire a fare fronte in questo momento alle necessità strutturali, sebbene mi sembra di poter dire che non è certo l’unico a trovarsi in difficoltà. Per questo ritengo ci possa e ci debba essere un intervento dello stato”.

Avvocato, magari il “gioco” del toto sede non la appassiona, ma un’idea la avrete, come categoria.
“L’ideale sarebbe una struttura con parcheggi a disposizione, in una posizione che resti centrale. La Valfrè da questo punto di vista potrebbe essere ottima. Anche l’ex consorzio agrario, proprio attiguo all’attuale tribunale, sarebbe idoneo e credo ci fosse anche un progetto che andava in questa direzione, ma richiederebbe un intervento edilizio impegnativo.
Posso dire che noi siamo pronti ad impegnarci ed andare a lavorare dove verrà indicato, ma dobbiamo essere messi in condizioni di lavorare per poter garantire ai cittadini, di cui siamo i portavoce, il soddisfacimento del diritto alla giustizia.

Ante riforma, come è la situazione della “macchina” a livello di tribunale alessandrino?

“Rispetto ad altre realtà Alessandria non si può lamentare. Piuttosto è la giustizia a livello nazionale ad avere disfunzionalità strutturali – anche normative – che devono essere riviste. In questo senso il processo civile telematico potrebbe essere un passo avanti. Se dovessi dare un giudizio basandomi solamente sulla realtà di questa circoscrizione direi che la macchina della giustizia di Alessandria è soddisfacente. E se ci mettono in condizioni di lavorare bene, un accorpamento può ancora migliorare il servizio. Un numero di magistrati maggiore presenti in un foro può essere un bene, sempre ammesso che i 18 magistrati più 9 pubblici ministeri che arriverebbero dalle attuali sedi di Acqui, Casale e Tortona confluiscano tutti ad Alessandria o non ci sia una redistribuzione su altre sedi, come mi pare sia nelle intenzioni della riforma”.

Visto che parliamo di numeri, quali sono quelli attuali e quali quelli di un tribunale unico?

“Ad Alessandria ci sono 18 magistrati e 9 pubblici ministeri. Ad Acqui, Casale e Tortona ci sono, per ciascuna sede, 6 magistrati e 3 pubblici ministeri. Quindi, ripeto, se confluissero tutti ad Alessandria arriveremmo a 36 magistrati e 18 pm. Come avvocati, ad Alessandria sono 450. Nelle tre circoscrizioni provinciali sono, complessivamente, altri 400. Rispetto a quando ho iniziato io sono decisamente aumentati. Ma in altre realtà, come in Meridione, si arriva a 2 mila avvocati per popolazioni di 60 mila persone”.

Avvocato, ha accennato ad altre riforme in corso per la categoria. Non mi sembra che incontrino il vostro pieno consenso, però.

“Per la professione sono in effetti momenti di grandi cambiamenti. Oltre alle revisioni della circoscrizioni sono in discussione anche i parametri di liquidazioni dei compensi e le liberalizzazioni della professione.
Quel che bisognerebbe evitare è di creare problemi che vadano a scapito degli utenti. Noi siamo i portavoce degli interessi dei nostri assistiti, ossia i cittadini che si appellano alla giustizia. Il nostro compito è quello di garantire i diritti delle persone che vengono assistite e questi provvedimenti non mi sembra che vadano nella direzione della tutela delle professione. Noi non chiediamo privilegi ma una regolamentazione che sia adeguata al tipo di attività che svolgiamo. Ricordo solo che la difesa è un diritto costituzionalmente garantito”.

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