Bloccato il decreto di riordino: “siamo al caos istituzionale”
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Irene Navaro - irene.navaro@alessandrianews.it  
11 Dicembre 2012
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Bloccato il decreto di riordino: “siamo al caos istituzionale”

Salta il decreto sul riordino delle Province che non piaceva a nessuno, ma almeno evitava il “caos istituzionale”. A rischio i servizi scuole e manutenzione strade. "L'unica cosa certa è che siamo senza risorse"

Salta il decreto sul riordino delle Province che non piaceva a nessuno, ma almeno evitava il ?caos istituzionale?. A rischio i servizi scuole e manutenzione strade. "L'unica cosa certa è che siamo senza risorse"

PROVINCIA – Siamo al punto in cui la cura potrebbe essere peggio del malanno. Salta il decreto sul riordino della Province che non piaceva a nessuno, ma almeno evitava il “caos istituzionale”, come lo hanno definito in molti. Ieri sera la Commissione Affari Costituzionali del Senato ha deciso all’unanimità che non sarà convertito in legge il decreto che ridistribuiva le competenze affidate alle province in via di smantellamento. E quel che fino a ventiquattrore prima era solo un timore, è diventato un incubo. “Nella giornata di oggi – rilanciano le agenzie di stampa – verrà in ogni caso convocata una riunione dei capigruppo presso il Senato per esaminare le possibili vie di uscita, ma secondo i senatori che ieri sera hanno preso parte alla riunione in Commissione Affari Costituzionali, sono poche le possibilità di poter convertire il provvedimento a causa del numero eccessivo dei sub-emendamenti pari in tutto a 140”.
Cosa significa per la provincia di Alessandria e per le altre province italiane? “Significa che si torna al decreto di luglio, il salva Italia, che tagliava pesantemente le risorse senza però dire chi si accollerà i servizi che oggi le province assicurano, scuole e manutenzione strade in primis”, spiegano da palazzo Ghilini.
Con il decreto Salva Italia di luglio, già convertito in legge, il governo aveva infatti predisposto l’accorpamento delle province secondo i criteri stabiliti, poi, dalle Regioni. Per il Piemonte si parlava di accorpamento tra Alessandria ed Asti. Sempre secondo la norma, a gennaio sarebbero dovute essere azzerare tutte le giunte provinciali. Il decreto di riordino avrebbe dovuto dire chi si sarebbe occupato dei servizi forniti attualmente dalle province.
“Ora, l’unica cosa certa è che siamo senza risorse per garantire tali servizi”, spiega Gianfranco Comaschi, vicepresidente e assessore al bilancio della provincia di Alessandria.
Lo stesso dispositivo che tagliave i trasferimenti gli enti intermedi “è oggetto di ricorso al tar da parte dell’Unione delle Province, al quale aderiremo anche noi”. Questa ulteriore tegola sulla testa “rischia di farci morire per dissanguamento”, dice ancora senza mezzi termini.
I servizi di tutela ambientale, di manutenzione delle strade e delle scuole, “rischiano di finire in carico a Comuni e Regioni”, aveva avvertito anche il Dipartimento delle Riforme del ministero della Funzione Pubblica, i quali non sono in grado di supportare al momento altri oneri.
A nulla è valso l’appello del ministro Patroni Griffi: il Senato ha deciso per stoppare il decreto, lasciando nell’incertezza il futuro degli enti provinciali.
Fino al primo pomeriggio di ieri c’era ancora chi sperava: “è da evitare il caos istituzionale che deriverebbe dalla mancata conversione in legge del decreto e che consente di evitare una serie di problemi, a cominciare dalla cancellazione delle giunte”, aveva detto il capogruppo Pd Federico Fornaro.
“Quello delle Province – dice il resposabiel Enti locali del Pd Domenico Ravetti – è un tema sul quale molti populisti e tanti incompetenti hanno offerto il meglio di sé ed è probabile che, proprio cavalcando quelle onde e con rotte non prestabilite, a partire dalle Finanziarie Berlusconiane, passando dal – Salva Italia – sino al d.l. 95 del luglio scorso, ora l’approdo appare per quello che è: un caos. Per questa ragione affermiamo ciò che a noi pare necessario e cioè, in un processo di riforma Federale dello Stato dove le Autonomie Locali godono anche di autonomia finanziaria: riduzione del numero delle Province secondo criteri simili a quelli presenti nel d.l. 95/2012. ( Alessandria e Asti insieme), funzioni gestionali proprie quali la pianificazione territoriale,tutela dell’ambiente, strade e trasporti, edilizia scolastica e le funzioni storiche attribuite dalle Regioni, l’elezione con suffragio universale e diretta del Presidente e del consiglio provinciale ridotto nel numero ma sufficientemente rappresentativo dei territori. ( 20 per una nuova provincia Alessandria Asti) al massimo 4 assessori di una Giunta la cui presenza è fondamentale per l’azione amministrativa”.
Gianni Barosini, Udc, presidente del Consiglio Provinciale, non nasconde la sua amarezza: “mi auguro che si tratti solo di un rallentamento e non di una resa definitiva. Il progetto di accorpamento con Asti aveva già attivato una serie di riflessioni su possibili opportunità. Si è fatto un gran parlare di razionalizzazione ed ora si fa marcia indietro? Quel che è peggio – aggiunge – è che non viene chiarito quali deleghe restaranno in capo alla provincia e con quali risorse si protrà fare fronte ai servizi, compresi i lavoratori”. 
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