Assunti per un giorno, “è boom in provincia”
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Assunti per un giorno, “è boom in provincia”

Chi lavora e come si lavora in provincia di Alessandria: i dati Istat e dei centri per l'impiego illustrati in una commissione del Consiglio provinciale. Cresce lievemente l'occupazione, ma si tratta di “lavoro intermittente” con contratti che durano spesso un solo giorno. Resta stabile il lavoro nella fascia d'età avanzata, crolla per i giovani

Chi lavora e come si lavora in provincia di Alessandria: i dati Istat e dei centri per l'impiego illustrati in una commissione del Consiglio provinciale. Cresce lievemente l'occupazione, ma si tratta di ?lavoro intermittente? con contratti che durano spesso un solo giorno. Resta stabile il lavoro nella fascia d'età avanzata, crolla per i giovani

PROVINCIA – Sono 180.100 i lavoratori complessivi in provincia di Alessandria, in leggero incremento nel 2012 rispetto al 2011. Poche illusioni, però. “Il dato è determinato da un boom del lavoro intermittente, ossia di contratti a tempo, molto spesso anche di un solo giorno”. A dirlo sono i dati Istat e del centro per l’impiego della Provincia, illustrati nel corso di una commissione consiliare a palazzo Ghilini dal dirigente del settore Fossati. “Le assunzioni a tempo sono cresciute del 10% tra il 2011 e il 2012, ma se si raffronta il dato con il 2008, l’aumento è del 719%”.
Ben 6.362 i contratti giornalieri avviati ed estinti nel giro di 24 ore nel 2012.
La cartina di tornasole di una situazione difficile, “ma il linea con il resto del Paese” è l’incremento del 60% dei disoccupati (ossia 20.500 persone in cerca di occupazione, equamente divisi tra uomini e donne) in un anno, e di ben 135% negli ultimi 5 anni.
Si assume meno degli altri anni, soprattutto nel settore metalmeccanico e nel commercio. “Tiene ancora l’agroalimentare e nelle attività legate all’export” nota l’assessore Cesare Miraglia.
Per completare il quadro, le cessazioni di lavoro sono in aumento del 3% nell’agricoltura mentre sembrerebbero in diminuzione nell’industria in generale. Si licenzia di meno? “Occorre tenere conto che l’applicazione degli ammortizzatori sociali sposta in avanti nel tempo il termine della cessazione del rapporto”, specifica Fossati. Prova ne è che nel 2012 è cresciuto dell’82% il ricorso alla cassa integrazione ordinaria, dell’11% alla straordinaria e diminuito il ricorso alla cassa integrazione in deroga concessa dalla Regione. Ma si tratta anche in questo caso di un falso positivo: “ i fondi sono terminati, per questo è diminuito il ricorso. Vedremo ora con il rifinanziamento da parte del governo Letta se ci sarà una ripresa”.
Non passano inosservate le file nei primi mesi dell’anno davanti alle vetrine dei centri per l’impiego di Alessandria, Casale, Acqui, Novi e Tortona.
“E’ da gennaio che si viaggia tra le 50 e le 150 richieste di iscrizione al giorno”, fa presente l’assessore al Lavoro Miraglia. Sono 45.753 le persone iscritte al “vecchio collocamento” in provincia: apre la classifica il capoluogo, Alessandria, con 14.102 iscritti, seguita da Casale (10.520), poi Acqui (7.300), Novi (7.069) e Tortona (7.064). Tra questi sono 8.600 quelli in cerca di una prima occupazione.
Tenta una lettura aggregata dei dati l’assessore Miraglia: “siamo nella situazione in cui a lavorare sono soprattutto le persone di una certa età, tra i 50 e i 64 anni, persone che, magari, le recenti leggi non ci hanno consentito di collocare a riposo. A farne le spese sono i giovani. E’ cresciuta anche la percentuale di stranieri, in regola e integrata, che hanno consentito di mantenere un livello occupazione più alto. A soffrire di più è il settore del commercio, delle telecomunicazioni e del trasporto, legato alla logistica il cui effetto trainante sembra essersi fermato. Emerge una forte flessibilità del lavoro, che si traduce in precarietà”.
Risposte? Dalla Provincia, “ente in fase di smantellamento” ne possono arrivare ben poche. Una sorta di pacata rassegnazione tra i consiglieri di maggioranza e minoranza che prendono nota dei dati. “Numeri dietro cui ci sono persone”, ricorda qualcuno. “Auguriamoci – conclude Miraglia – che chi assumerà la delega al lavoro non disperda l’attività dei centri per l’impiego che non si sono limitati a gestire i disoccupati, ma anche a fare rete e contribuire ad avviare progetti di impresa concreti. Sono circa 80 i progetti esaminati ogni anno”. Briciole di speranza.
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