Zentrum: cassa integrazione finita. E non c’è ancora il commissario
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Zentrum: cassa integrazione finita. E non c’è ancora il commissario

Prosegue la condizione di incertezza per i 56 lavoratori della Wolkswagen Zentrum: ieri si sono conclusi i 6 mesi di cassa integrazione e con la questione dell'accorpamento dei Tribunali è ancora ferma anche la nomina del commissario. I sindacati chiedono "un intervento urgente del Prefetto entro il nuovo anno"

Prosegue la condizione di incertezza per i 56 lavoratori della Wolkswagen Zentrum: ieri si sono conclusi i 6 mesi di cassa integrazione e con la questione dell'accorpamento dei Tribunali è ancora ferma anche la nomina del commissario. I sindacati chiedono "un intervento urgente del Prefetto entro il nuovo anno"

ECONOMIA E LAVORO – E’ a causa di quella che i sindacati (Cgil e Uil ) hanno definito una “gestione selvaggia” che da giugno 56 lavoratori della ex Wolkswagen Zentrum sono rimasti senza lavoro, cui se ne aggiungono altri 8-9 con partita iva che in questi mesi per legge non hanno usufruito nemmeno di ammortizzatori sociali. I sei mesi di cassa integrazione in deroga anticipati dalla Regione (600 euro al mese) sono però terminati proprio ieri, 4 dicembre, ma la situazione di questi ex dipendenti e delle loro famiglie si trova in completo “stallo”.  Sono stati Piero Canepa della Filcams Cgil e Giancarlo Moduzzi della Uil Tucs a riportare l’attenzione sul caso Zentrum: “si è andati troppo avanti con i tempi. Ora i lavoratori- che sono gli unici a pagare pur non avendo colpe – sono rimasti soli”. Infatti se dal Ministero è arrivata la comunicazione di una disamina del “caso” per il ricorso a nuovi mesi di ammortizzatori sociali, resta comunque l’incognita della copertura economica per procedere in questa direzione. Dei 56 lavoratori solo 4 sono stati riccolocati: infatti a chiudere baracca non è stata solo la filiale alessandrina, ma anche quella di Novi Ligure e Tortona e Asti. Resta in vita solo la sede di Casale Monferrato, ad oggi.

Ma la situazione diventa ancora più complicata per la mancanza di un “interlocutore” con cui confrontarsi: infatti dal 4 giugno, quando è stato fatto il concordato preventivo, i giudici si sono presi prima i 120 giorni di legge, cui si è aggiunta una ulteriore richiesta di 60 giorni e ora altri 30. “Insomma arriviamo a gennaio 2014 che ancora non abbiamo un commissario nomianto che segua questa partita, che veda come gestire il caso, se dichiarare l’azienda fallita e procedere di conseguenza”. “Noi capiamo – prosegue Canepa – che l’accorpamento dei Tribunali abbia creato un certo intasamento negli uffici, ma purtroppo questa situazione di incertezza non ci permette di trovare soluzioni e di interfacciarci con nessuno”. Proprio per questo Giancarlo Moduzzi non usa mezzi termini: “Fino al nuovo anno non si avranno certezze né per la cassa integrazione, né per la nomina del commissario. Ma se entro gennaio non avremo novità, sarà necessario l’intervento del Prefetto, che si facci carico della situazione”. Insomma la richiesta è chiara: un incontro con il Prefetto di Alessandria entro gennaio per fare chiarezza sul caso Wolkswagen Zentrum.

Un caso “forte” quello della Wolkswagen Zentrum che interessa sia la provincia di Alessandria che di Asti che secondo i lavoratori “ha intenzione di restare in provincia come marchio”, ma che allo stesso tempo vive le difficoltà del fatto che l’azienda (gestita da Negro) non è stata fin’ora dichiarata fallita e che non è altrettanto facile trovare un investitore – ad oggi – viste le perdite in due anni del 50%. “Fino al 2011 – spiega un ex lavoratore, Luca Lombardi – l’azienda occupava l’undicesimo posto nelle vendite. Insomma era una eccellenza in Wolkswagen con un amministratore delegato capace, cui però non è stato rinnovato il contratto. La gestione è stata presa in mano dalla ‘famiglia’ Negro (figli), con un peggioramento nella gestione”. Ad ottobre come amministratore delegato è stato nominato Agostino Scagnetti e da qui “si sono iniziate a svendere le automobili, sottofatturandole, vendendole all’estero. Ad oggi 52 sono stati i saldi di mezzi, con le automobili date ai clienti con i soldi ovviamente di Wolkswagen”. Insomma stante così le cose, “ci sono tutti i presupposti per una bancarotta fraudolenta e per frode fiscale”. Ma il punto è che tutte le azioni in questi sei mesi sono state “senza controllo di nessuno”. Per questo i sindacati chiedono che se a mettersi in moto non sono le sedi di competenza, l’intervento debba arrivare dalla voce dello Stato sul territorio. Il Prefetto.

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