Ex braccianti, l’inferno è ancora qui
Il Presidio permanente di Castelnuovo Scrivia, realtà autorganizzata composta da braccianti e solidali torna a farsi sentire e chiede un incontro al Prefetto: tante le questioni ancora aperte, sfatti, denunce e mancati pagamenti
Il Presidio permanente di Castelnuovo Scrivia, realtà autorganizzata composta da braccianti e solidali torna a farsi sentire e chiede un incontro al Prefetto: tante le questioni ancora aperte, sfatti, denunce e mancati pagamenti
PROVINCIA – Se per sei ex braccianti, ricollocati nel progetto europeo Lift, il calvario è concluso, per gli altri, circa sedici, l’inferno brucia ancora ed è qui, in provincia di Alessandria. Lo denuncia con forza il “Presidio permanente di Castelnuovo Scrivia”, realtà autorganizzata composta da braccianti e solidali, che ieri, davanti alla sede della Prefettura di Alessandria ha richiesto nuovamente un incontro urgente con il Prefetto Romilda Tafuri, per discutere della drammatica situazione dei braccianti licenziati dell’azienda agricola Bruno e Mauro Lazzaro la scorsa estate. “Un licenziamento impugnato, perchè illegittimo, annunciato con un cartello a sfondo razzista in cui si diceva ‘da oggi i marocchini non lavorano più qui’”, racconta Antonio Olivieri, uno dei membri del presidio.
Il problema non è solo il licenziamento, è anche tutto quel che accaduto dopo: una serie di denunce per fatti “mai avvenuti”, soldi dovuti ai braccianti a seguito di sentenze “spariti dai conti”, sfratti a carico degli ex braccianti che non riescono a trovare un nuovo lavoro, se non piccoli incarichi saltuari.
Di questo, e non solo, il presidio permanente vorrebbe parlarne davanti ad un tavolo con il prefetto Romilta Tafuri la quale, però, al momento “Non ci ha dato nessuna risposta, nonostante le reiterate richieste se non una brevissima lettera risalente al 9 ottobre 2013, estremamente generica, ma nella quale non si dà alcuna disponibilità alla nostra richiesta d’incontro”.

E ancora, sul fronte giudiziario, “le cause per le vertenze di lavoro di fatto sono appena partite, in grave ritardo .. e nulla si è più saputo a proposito delle impugnazioni dei licenziamenti!.. i tempi si prospettano lunghi, soprattutto se si considerano le difficoltà già esistenti per recuperare la somma spettante (27.000 euro circa) in seguito ad una causa di lavoro vinta nel marzo 2013 contro i Lazzaro; nel contempo, risulta che il medesimo lavori tranquillamente utilizzando lavoratori indiani di una cooperativa bresciana, la Work Service, risulta che faccia il raccolto, venda i prodotti e, a tutt’oggi, non sia ancora stato perseguito penalmente per le situazioni gravi create”.
C’è poi il “mistero” della Larraro, al posto della quale “Ci risulta che allo stesso indirizzo si sia costituita una nuova società denominata Castelfresco srl, in cui i Lazzaro non compaiono, ma che ha come Presidente del Consiglio di Amministrazione tale Paolo Viarenghi, dirigente dell’associazione agricola Cia, che rappresentava i Lazzaro nei vari incontri che si tenevano in Prefettura durante la rivolta dei braccianti nell’estate 2012, e, come se non bastasse, risulta membro effettivo della Cia in una Commissione insediata presso la Direzione Provinciale del Lavoro avente per oggetto quello di prevedere “Miglioramenti ai trattamenti previdenziali ed assistenziali nonché disposizioni per l’integrazione del salario in favore dei lavoratori agricoli”.
Senza lavoro e senza stipendi, alcune famiglie, con bambini anche piccoli, rischiano persino di essere sfrattati. Il primo della lista è già stato fissato per il 20 gennaio.
“Come se non bastasse, – proseguono Olivieri e Cauli – a due lavoratori licenziati e senza stipendio, o quasi, da un anno e mezzo sono arrivate due multe, da parte dei vigili di Castelnuovo Scrivia, di euro 329, per le quali gli stessi hanno presentato ricorso tramite i nostri legali (udienze fissate il 16/1 e il 14 aprile).”
“Infine, oltre alle diverse denunce già giacenti in Procura, a carico di attivisti e braccianti del Presidio, i Lazzaro hanno di nuovo denunciato un sindacalista più altri otto lavoratori che si erano recati in cascina per richiedere la formalizzazione del famoso licenziamento comunicato solo verbalmente (denuncia in base all’art. 633, ancora invasione di terreni in concorso tra più persone e in base all’art. 610, violenza privata, in concorso tra più persone).
Insieme a questa, è arrivata un’altra denuncia, ad un sindacalista, per presunti insulti nei confronti di Lazzaro Mauro”.
Non si fermano alla situazione della Lazzano i membri del Presidio Permenente, anche se ce ne sarebbe già abbastanza: “C’è una situazione in Bassa Valle Scrivia di violazione continua di leggi e contratti nelle campagne. Non ci risulta che quest’estate siano stati effettuati controlli in loco; o meglio, un controllo è avvenuto – ci risulta – il 17 ottobre, quando ormai la stagione agricola volgeva al termine”
Nella stessa situazione degli ex braccianti di Castelnuovo ci sarebbero infatti centinaia di altri immigrati, provenienti per lo più dal nord e centr’Africa.
“Stiamo preparando un “libro bianco” sulla situazione braccianti in Bassa Valle Scrivia, sulle ripetute violazioni delle leggi sul lavoro, sul lavoro nero, sul traffico dei “permessi di soggiorno”, sui salari di fame che vengono corrisposti, sul ruolo delle aziende della grande distribuzione che strozzano con prezzi al ribasso i piccoli e medi contadini, ed anche sull’assenza delle Istituzioni” annunciano.