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Quando il lavoro nasconde un imbroglio
Mentre la disoccupazione resta ai massimi storici, si diffondono società che, cavalcando il confine sottile che definisce la legalità, promettono guadagni rapidi e un prestigio immediato. L'inganno, però, può costare caro. Chiedetelo a Bernard Maddoff...
Mentre la disoccupazione resta ai massimi storici, si diffondono società che, cavalcando il confine sottile che definisce la legalità, promettono guadagni rapidi e un prestigio immediato. L'inganno, però, può costare caro. Chiedetelo a Bernard Maddoff...
La ricerca di impiego per chi non trova lavoro può diventare, in alcuni frangenti, un’avventura rischiosa: è il caso, ad esempio, di alcune aziende che si affidano alla speranza di chi è in difficoltà e all’entusiasmo dei più giovani per garantire facili guadagni, spesso accompagnati da una promessa di prestigio e di successo. La rete fornisce numerosissime testimonianze di persone coinvolte in realtà di pseudo multi-level marketing truffaldine, dove ad essere ‘acquistate’ erano le persone, più dei prodotti commercializzati. Il concetto è semplice: i guadagni sono direttamente proporzionali alla quantità, alla qualità e al tipo di lavoro svolto. La possibilità di diventare collaboratore dell’azienda viene inoltre fornita ai clienti grazie alla formazione, determinante per poter sviluppare il network: la crescita, insomma, parte da zero e permette di arrivare molto in alto, con guadagni affatto trascurabili. In qualche punto del percorso, però, si nasconde un pericolo.
In Italia, infatti, la legislatura non definisce esplicitamente i limiti del Multi Level Marketing, limitandosi ad imporre norme che dissuadano dalla creazione di strutture piramidali o catene di Sant’Antonio, indicando come illegali le organizzazioni che “configurano la possibilità di guadagno attraverso il puro e semplice reclutamento di altre persone” (legge 173, agosto 2005). Proprio giocando sull’equivoco, sul sottile confine di definizione della legalità, sono nate in tutto il mondo diverse aziende che propongono guadagni da favola ed un prestigio raro, spesso facendo leva sugli status symbol. Vacanze da sogno, macchine di lusso o anche soltanto una fama da vincente sono così a portata di mano, facili specchietti per allodole.
Lo “Schema di Ponzi”, il più noto dei modelli economici truffaldini che abbiamo incontrato nel nostro viaggio nella rete, prende il nome da Charles Ponzi, italiano immigrato in America, che fu in grado di coinvolgere oltre 40 mila persone nella prima versione di questa truffa, guadagnando così, senza fare troppa fatica, oltre 15 milioni di dollari. Diverse le tipologie, simili gli elementi comuni: soldi facili, escamotage finanziari per ottenere i guadagni, investimenti legati ad un solo promotore o azienda. Tutto si rivela, inutile dirlo, un imbroglio: i guadagni derivano dalle quote pagate dai nuovi investitori e i soldi investiti non fruttano alcuna rendita ma vengono semplicemente incamerati dal vertice, che li utilizzerà, almeno all’inizio, per mantere le promesse di prestigio.
Una truffa che in alcuni casi si nasconde dietro a dei pretesti, prodotti da comprare e far acquistare, in un dubbio scimmiottamento, appunto, del Multi Level Marketing. Così, in parole povere, si evita il cavillo che rende illegali le società con proventi non derivati esclusivamente dalla quota di affiliazione e, a conti fatti, si fa una pessima pubblicità anche alle Multi Level effettivamente legali, le cui vendite costituiscono cioè il 51% dei profitti. Il confine, insomma, è labile e facilmente interpretabile: un esempio è la storia di Bernard Madoff, ex presidente del Nasdaq, accusato nel dicembre del 2008 di aver creato una truffa di circa 65 miliardi di dollari, attirando non pochi istituti finanziari mondiali. Dichiaratosi colpevole qualche mese dopo l’arresto, venne condannato a 150 anni di carcere.
L’imbroglio, dunque, è spesso nascosto alla luce del sole e, purtroppo, non c’è modo di fermarlo se non dopo, a conti fatti e a denaro perso. Non ci resta, dopo avervi raccontato la faccia truffaldina di un modello economico dubbio ma legale, di consigliarvi attenzione e prudenza, dal momento che è proprio in tempi come questi – complicati, faticosi – che i cattivi diventano più cattivi e gli imbroglioni più imbroglioni. E a rimetterci sono, al solito, i buoni.