Alluvione: per gli 86 comuni colpiti servono (almeno) 6 milioni
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Alluvione: per gli 86 comuni colpiti servono (almeno) 6 milioni

Nella "tavola rotonda" tra sindaci e amministratori dei paesi della provincia colpiti dall'alluvione dello scorso 13 -14 ottobre, che si è svolta in Prefettura alla presenza del vice ministro Morando si è parlato di: danni, interventi urgenti e risorse da mettere a disposizione. Per i comuni occorrono circa 6 milioni a cui se ne aggiungono 40 per strade e infrastrutture fognarie

Nella "tavola rotonda" tra sindaci e amministratori dei paesi della provincia colpiti dall'alluvione dello scorso 13 -14 ottobre, che si è svolta in Prefettura alla presenza del vice ministro Morando si è parlato di: danni, interventi urgenti e risorse da mettere a disposizione. Per i comuni occorrono circa 6 milioni a cui se ne aggiungono 40 per strade e infrastrutture fognarie

 PROVINCIA – L’elenco dei comuni della provincia di Alessandria che hanno segnalato danni a seguito dell’alluvione del 13 e 14 ottobre scorsi sono 86.
“E’ necessario prima di tutto individuare correttamente i comuni danneggiati”. A dirlo nella sede della Prefettura di Alessandria, alla presenza di sindaci e amministratori locali, è stato il vice ministro dell’Economia e delle Finanze, Enrico Morando presente alla tavola rotonda convocata nel pomeriggio di ieri, venerdì 31 ottobre.  
“Il primo elenco di 35 comuni in cui il pagamento dei tributo è stato differito al 20 dicembre era, infatti, incompleto – spiega il senatore Federico Fornaro – Da quell’elenco mancavano alcuni Comuni in cui i danni provocati dall’alluvione sono stati significativi”.
Sarà, dunque, da correggere e aggiornare visto che proprio da questa lista dipende il primo atto, “quello di sospensione del pagamento delle imposte”. 
Ad avere interesse ad attivarsi in questa direzione dovrebbero essere gli stessi comuni alluvionati: “le risorse a disposizione sono limitate – ha sottolineato il vice ministro all’Economia e Finanze – e quindi se le dedichiamo a sospendere i pagamenti delle imposte in quei comuni dove in realtà non ce n’è bisogno, non facciamo altro che sprecare risorse che sono dedicate davvero all’attività di ripresa”.
Il viceministro Morando è, inoltre, stato molto ottimista sulla possibilità di non appplicare i vincoli del patto di stabilità interno ai Comuni colpiti dall’alluvione, limitatamente però all’anno 2015. Molto più difficile sarà procedere alla disapplicazione per l’anno 2014 in corso.

Altro passaggio necessario adesso per lo Stato è la ricognizione, che i Comuni hanno avviato, dei danni così da poter procedere alla fase più immediata di “risarcimento, con una prima tranche di fondi”. Si tratterà, quindi, di stilare un secondo elenco, che riguarda la dichiarazione dello stato di emergenza, in cui saranno compresi tutti i Comuni che hanno ricevuto danni rilevanti alle infrastrutture: ed è in questo caso che si parla, appunto, di 86 Comuni.
Il Consigio dei Ministri proprio in questi giorni ha emanato il primo provvedimento che riguarda le alluvioni, tra cui quella del Piemonte: “si tratta però – ha spiegato Morando – di un primo intervento, quello immediato per le operazioni dell’emergenza. L’altro dovrà essere fatto sulla base di una valutazione dei danni complessiva”.
Obiettivo, dunque, trovare i fondi per finanziare le cosiddette “ordinanze di somma urgenza”, cioè i lavori che Provincia e Comune dovevano assolutamente fare. Si tratta di approssimativamente 1 milione per la Provincia, 4 milioni per i Comuni e 1 milione per il depuratore di Predosa. Un po’ al di sopra della somma finora stanziata dalla Regione.
“All’interno della somma urgenza – ha detto il senatore Federico Fornaro – dovremmo far rientrare anche i soldi che i Comuni hanno speso per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti da alluvione, pari a circa 500 mila euro”.
Un costo che farebbe aumentare ulteriormente il totale di 6 milioni, a cui andrebbero aggiunte anche le spese per il ripristino di strade e infrastrutture. Per la rete stradale provinciale serviranno 20-22 milioni di euro. Altri 20 milioni secondo le stime dell’Ato saranno necessarie per i danni alle infrastrutture acquedottistiche e fognarie.
Relativamente ai danni subiti dai privati, il viceministro Morando ha invitato i Comuni a seguire l’esempio di Novi e a raccogliere velocemente le segnalazioni affinché possano essere quantificati, ma, pur garantendo l’impegno del Governo, non ha nascosto le difficoltà di bilancio in cui oggi lo Stato italiano arranca.

L’ultimo punto su cui procedere, a detta del vice ministro, è quello – dopo che si saranno affrontate tutte le complesse operazioni di intervento su infrastrutture stradali e ferroviarie, oltre che di riassetto idrogeologico – di una progettazione completa, che ad oggi ancora non è stata compiuta. Insomma “bisogna lavorare perchè domani si possa spendere un po’ meno per risarcire dei danni, spendendo oggi un po’ di più per il riassetto idrogeologico” ha sentenziato il vice Ministro.

 

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