Ospedale di Tortona: futuro a rischio
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Stefano Brocchetti - redazione@tortonaonline.net  
10 Novembre 2014
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Ospedale di Tortona: futuro a rischio

Filtrano indiscrezioni inquietanti circa le decisioni regionali in merito all'ospedale: il declassamento pare molto probabile

Filtrano indiscrezioni inquietanti circa le decisioni regionali in merito all'ospedale: il declassamento pare molto probabile

TORTONA – Il ridimensionamento dell’ospedale è prossimo alla concretizzazione. Mercoledì sarà presentato in commissione sanità della Regione Piemonte il piano sanitario regionale e le indiscrezioni non sono certamente favorevoli. La sensazione è che si andrà verso il declassamento del Dea, dipartimento di emergenza, e di conseguenza del pronto soccorso e, a cascata, del livello dei servizi di tutti i principali reparti. La prospettiva a lungo termine dell’ospedale di Tortona, se la direzione diventasse questa, non potrà che essere quello di una struttura per la lungodegenza, senza il pronto soccorso, senza chirurgia, cardiologia e altri reparti di livello idoneo a servire adeguatamente un vasto bacino di utenza. Gli allarmi diffusi sul territorio e l’accelerazione delle attività politiche, relazioni tecniche e di comitati civici sono un segnale che qualche preoccupazione sia legittima e a questo punto il timore è che tali pressioni possano arrivare fuori tempo massimo, quando cioè in Regione la decisione di applicare i tagli all’ospedale di Tortona sarebbe già presa e in fondo elaborata ormai da diversi anni.

 

Ad alimentare queste paure sul territorio è anche la risposta scritta fornita dall’assesore regionale alla sanità Antonio Saitta all’interrogazione in consiglio regionale presentata dal consigliere tortonese Massimo Berutti (Forza Italia), in cui tra l’altro si legge: “Oggi il Patto per la salute non consente più di “mettere insieme gli Ospedali”, e quindi saranno fatte delle scelte, che non abbandoneranno la presenza ospedaliera, ma andranno nella direzione di un suo rafforzamento; rafforzamento che però non potrà essere fatto per tutte le specialità, perché bisogna tenere conto dei bacini minimi e massimi di utenza. Il piano sarà completato quanto prima per poter dargli applicazione ma si tratterà di un metodo unico, applicato su tutte le strutture ospedaliere della Regione”.

 

 

 

 
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