Alluvione, da quella tassa dimenticata un miliardo per i danni
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Elio Defrani - e.defrani@ilnovese.info  
14 Novembre 2014
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Alluvione, da quella tassa dimenticata un miliardo per i danni

Nel 1994 il governo decise di istituire un'addizionale sull'imposta di bollo per finanziare la ricostruzione delle zone devastate dai tragici eventi di vent'anni fa. Ma poi se ne dimenticò, e non tutti i fondi furono devoluti. In ballo c'è un miliardo di euro. Che ora la deputata del Pd Cristina Bargero vuole sia restituito al Piemonte.

Nel 1994 il governo decise di istituire un'addizionale sull'imposta di bollo per finanziare la ricostruzione delle zone devastate dai tragici eventi di vent'anni fa. Ma poi se ne dimenticò, e non tutti i fondi furono devoluti. In ballo c'è un miliardo di euro. Che ora la deputata del Pd Cristina Bargero vuole sia restituito al Piemonte.

POLITICA – La più famosa è l’accisa sui carburanti del 1935: istituita dal fascismo per finanziare la guerra in Etiopia, è ancora lì oggi. Le chiamano tasse di scopo, e come dice il nome stesso servono a coprire determinate spese decise dallo Stato. Si usano soprattutto nei casi di calamità naturale: sempre sul carburante, ad esempio, gravano accise per finanziare la ricostruzione dopo il disastro del Vajont (1963), l’alluvione di Firenze e di Genova (rispettivamente 1966 e 2011), e i terremoti di Belice, Friuli, Irpinia, L’Aquila e dell’Emilia Romagna (l’elenco parte nel 1968 e finisce nel 2012).

Anche quando ci fu l’alluvione di Alessandria, nel 1994, il Governo decise di istituire una tassa di scopo per la ricostruzione e per favorire la ripresa di quelle aziende messe in ginocchio dal fango. Lo fece con un decreto, poi convertito in legge, che istituiva un’addizionale del 50 per cento sulla tariffa dell’imposta di bollo applicata dalle banche. Nell’arco di circa 16 anni nelle casse dello Stato sono entrati parecchi miliardi di euro e che solo una minima parte di essi sono stati realmente destinati allo scopo per la quale la tassa era stata creata.

La tassa speciale per Alessandria è stata soppressa alla fine del 2011 dal governo Monti, con l’introduzione del decreto noto come Salva Italia. Nelle more dell’abrogazione, l’imposta “ha continuato a generare risorse per circa 1 miliardo di euro (di cui 76,5 milioni ancora per il 2015), risorse che non sono mai state destinate agli scopi previsti”, fa sapere Cristina Bargero, deputata per il Partito Democratico.

Da tempo il gettito generato da questa accisa, imposta per la ricostruzione del Piemonte e delle altre regioni colpite dall’alluvione del 1994, non è più beneficiato dal Piemonte stesso – spiega ancora la parlamentare democratica – E questo nonostante l’espressa volontà del Governo che nel 2000 e nel 2011 confermò, anche a distanza di sette anni dall’evento calamitoso, l’assegnazione al Piemonte dell’80 per cento delle risorse. Lo scopo era proseguire l’opera di messa in sicurezza e di rilocalizzazione delle imprese site in aree a rischio di esondazione, avviata anni prima con la legge 228 del 1997″.
Con i fondi generati dalla tassa di scopo sull’alluvione, sono state compiute molte opere importanti: ad esempio è stato possibile ‘spostare’ oltre un migliaio di aziende che si trovavano in zone a rischio di esondazione.

Ora Cristina Bargero chiede che tutte le somme ottenute grazie all’imposta di bollo ‘pro Alessandria’ siano destinate al territorio piemontese. Il decreto Salva Italia infatti a fine 2011 ha soppresso la norma che istituiva l’imposta, ma non ne ha interrotto gli effetti finanziari, generando nei tre anni a seguire (2012-2014) 914 milioni di euro, cui se ne aggiungono altri 76,5 previsti per il 2015.
“Tali risorse dovevano essere assegnate al Piemonte e invece così non è stato – conclude la deputata Cristina Bargero, che in proposito ha presentato un ordine del giorno e un’interrogazione alla Camera – Adesso servono per riparare i guasti subìti dal territorio nelle scorse settimane e per indennizzare privati cittadini e aziende duramente colpiti dagli eventi alluvionali”.

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