“Dateci i soldi e togliete i lacci che impediscono di pulire i torrenti”
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Elio Defrani - e.defrani@ilnovese.info  
14 Novembre 2014
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“Dateci i soldi e togliete i lacci che impediscono di pulire i torrenti”

In Senato audizione di Rita Rossa e Alberto Valmaggia sull'alluvione. In Piemonte danni per cento milioni alle strutture pubbliche. Borioli e Fornaro: "Parte dei soldi per il Terzo Valico vadano al ripristino delle strade". E ancora: "Allentare il patto di stabilità interno e permettere ai Comuni di intervenire sulla pulizia dei corsi d’acqua".

In Senato audizione di Rita Rossa e Alberto Valmaggia sull'alluvione. In Piemonte danni per cento milioni alle strutture pubbliche. Borioli e Fornaro: "Parte dei soldi per il Terzo Valico vadano al ripristino delle strade". E ancora: "Allentare il patto di stabilità interno e permettere ai Comuni di intervenire sulla pulizia dei corsi d?acqua".

POLITICA – Ammontano ormai a circa 50 milioni di euro complessivi i danni certificabili, ad oggi e solo per quanto riguarda il patrimonio pubblico, arrecati dai recenti eventi calamitosi verificatisi in provincia di Alessandria. E il quadro è, purtroppo, ancora in evoluzione.
Questa, in sintesi, la situazione che emerge dall’audizione svoltasi l’altro ieri, mercoledì 12 novembre, in Senato, con la presidente della Provincia di Alessandria, Maria Rita Rossa e l’assessore all’ambiente della Regione Piemonte, Alberto Valmaggia.

Valmaggia ha riferito che sono circa un centinaio i Comuni con problemi di vario tipo, 84 in provincia di Alessandria e 10 nel Verbano-Cusio-Ossola. Al momento la quantificazione dei danni e delle necessità di interventi nell’evento di metà ottobre e del 4-5 novembre vede in Piemonte circa 10 milioni di euro spesi con ordinanze dai sindaci, mentre l’importo complessivo che è in corso di definizione supera i 100 milioni di euro, 10 già spesi per le emergenze, 40 per le urgenze non immediate e 50 milioni per la sistemazione e il completamento, senza tenere conto dei danni ai privati.

Di fronte a questa situazione, è chiaro che si rende indispensabile l’intervento dello Stato, tanto per ciò che riguarda il reperimento delle risorse, tanto per quanto attiene l’adozione di misure che possano favorire l’intervento delle autorità locali.
“Nel merito, e anche alla luce di quanto sottolineato dagli amministratori regionali e locali – evidenziano i senatori Daniele Borioli e Federico Fornaro (Pd) presenti all’audizione – si tratta di attivare più leve. Oltre al reperimento di risorse da stanziarsi direttamente da parte del Governo, si tratta: di verificare i margini per allentare il patto di stabilità interno, sugli interventi di somma urgenza e di ripristino urgente delle opere danneggiate; di attribuire ai Comuni la potestà di intervenire direttamente nella manutenzione e nella pulizia dei corsi d’acqua minore e dei rii, che tanta parte hanno avuto in questa circostanza”.

“Inoltre, e in particolare per le aree dell’alessandrino coinvolte nell’alluvione e interessate dai prossimi lavori del Terzo Valico – sottolineano ancora i senatori del Partito Democratico – adotteremo già nei prossimi giorni le iniziative opportune affinché tra Governo, Rfi e Cociv si definiscano le modalità utili a destinare, sia una parte delle risorse già individuate per le opere propedeutiche alla realizzazione dell’opera, sia quelle presuntivamente ricavabili da future economie vengano destinate agli interventi più urgenti di ripristino della viabilità”.

Durante i lavori, si è poi parlato della Direttiva Europea cosiddetta “Alluvioni”, che prevede interventi strutturali. Le opere previste dai diversi strumenti a partire dal 1994 sui nodi più critici in Piemonte sono completate per circa il 70 per cento pari ad una spesa che si aggira intorno al mezzo miliardo di euro. Prima del 1994 in Piemonte c’erano 40 chilometri di argini e oggi ce ne sono 600.
Per quanto riguarda gli adeguamenti normativi, i Comuni dotati di piano regolatore aggiornato rispetto alle tematiche del dissesto idrogeologico sono oggi circa 770, pari a circa il 64 per cento dei Comuni piemontesi, corrispondente a più 4 milioni di abitanti; un altro 20 per cento circa è in itinere.

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