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Ospedale di Tortona: destino segnato, salvo clamorose retromarce
Lunedì la giunta regionale apporverà il piano sanitario: ultimi giorni per sperare ancora. Ma i tagli sembrano inevitabili
Lunedì la giunta regionale apporverà il piano sanitario: ultimi giorni per sperare ancora. Ma i tagli sembrano inevitabili
TORTONA – Salvo clamorosi ripensamenti, lunedì arriverà la decisione del declassamento definitivo dell’ospedale di Tortona. La bozza di piano sanitairo regionale, presentato alla commisisone sanità del consiglio regionale l’altro ieri dall’assesore Antonio Saitta dice infatti espressamente che il buco di bilancio nella sanità piemontese sarà tamponato attraverso tagli, che a loro volta si concretizzeranno nella chiusura di ospedali, o quantomeno nel ridimensionamento della maggior parte dei servizi. E saranno soprattuto le strutture di Tortona e di Acqui Terme a subire il colpo di scure. Unica speranza per un copione diverso è che in questi tre giorni avvenga qualche fatot che induca Saitta e la giunta reigonale a non assumersi la responsabilità di una scleta così pesante, sia pure già incubata da anni dalle giunte precedenti ma mai portata a compimento. Ecco: si assumerà la giunta di centro sinsitra, che ha sempre fatto dei servizi pubblici essenziali un proprio valore fondante e un bacino di blocco sociale di consenso, la responsabilità politica di affossare i servizi di una città tra l’altro che dopo 15 anni è appena tornata ad essere governata da una parte politica analoga? A Tortona verrà certamente delcassato il Dea, dipartimento di emergenza e accettazione. Nel nuovo piano on ci sarà posto per ospedali di cardine, per cui le risorse e la qualifica dei servizi si collocherà su Alessandria, Novi Ligure, Casale Monferrato. Unicamente i numeri pare abbiano contato nella decisione: ma non quelli dei residenti o del bacino, quanto quello degli interventi realizzati, che risultano inferiori rispetto a Novi. Le conseguenze saranno riduzione del Dea, che non sarà più di primo livello: in provincia tale qualifica resterà solo ad Alessandria, Casale e Novi Ligure. Di conseguenza ci sarà il declassamento del pronto soccorso, non ci sarà più la rianimazione, la pediatria, saranno contratte le prestazioni della cardiologia e altri reparti potrebbero essere a rischio.