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Stefano Brocchetti - redazione@tortonaonline.net  
22 Novembre 2014
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Riforma ospedaliera, giochi ancora aperti? Parlano Chiamparino e Saitta

Contrariamente alle attese, il presidente della Regione e l'assessore alla sanità hanno comunque rilasciato dichiarazioni sulla riforma ospedaliera in occasione della visita in provincia. E dalle loro parole pare rimanga ancora qualche speranza per non ridurre i servizi locali, visto che si parla di requisiti minimi e non di chiusure certe e di considerazione per le specificità locali

Contrariamente alle attese, il presidente della Regione e l'assessore alla sanità hanno comunque rilasciato dichiarazioni sulla riforma ospedaliera in occasione della visita in provincia. E dalle loro parole pare rimanga ancora qualche speranza per non ridurre i servizi locali, visto che si parla di requisiti minimi e non di chiusure certe e di considerazione per le specificità locali

TORTONA – Pareva che non ci fosse da aspettarsi dichiarazioni sulla riforma ospedaliera che declasserà gli ospedali di Tortona e Acqui Terme, invece nell’incontro tenutosi venerdì ad Alessandria è comunque arrivata qualche dichiarazione in merito dal presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino e dall’assessore regionale alla sanità Antonio Saitta.

La visita in provincia delle autorità regionali aveva infatti subito una modifica, a causa della stringente attualità degli sviluppi della vicenda Eternit, che avevano indotto Chiamparino a passare a Casale Monferrato dopo l’incontro con gli agricoltori ad Alessandria

In occasione dell’incontro alessandrino, il presidente ha dichiarato che “con la revisione della rete ospedaliera approvata mercoledì scorso, coerente con le disposizioni del Patto nazionale per la salute, si potranno risparmiare 350 milioni in tre anni, per destinarne 150 per il piano di rientro e 200 per investimenti in tecnologie, edilizia e continuità assistenziale territoriale, in modo da offrire servizi sempre più qualificati e ridurre la mobilità passiva verso la Lombardia, che attualmente ammonta a 50 milioni annui. Inoltre, riprenderà l’assunzione di medici ed infermieri. In questo contesto siamo disponibili a discutere con il territorio delle nostre scelte, tenendo presente che tempistica degli interventi, qualità dei servizi e condizione finanziaria sono vincoli insuperabili”.
Da qui si evince forse qualche speranza di modifica, in favore dell’ospedale di Tortona, sempre che sia a saldi invariati.

Anche dalle parole dell’assessore Saitta sembra che i giochi siano ancora aperti, visto che la delibera regionale parla di requisiti minimi da avere e non di reparti necessariamente destinati alla chiusura.
“Alla delibera sulla rete ospedaliera è stata data in molti casi una lettura strumentale. Chi vorrà analizzare tutta la documentazione, vedrà che sono state assegnate soltanto le discipline fondamentali che ogni ospedale deve avere sulla base della categoria di appartenenza, tutte le altre saranno attribuite successivamente dopo uno studio attento e tenendo conto della specificità di ogni area. E’ giusto difendere il proprio territorio, ma si deve capire che i cittadini vanno a curarsi nell’ospedale ritenuto più sicuro, come dimostra la mobilità tra aziende sanitarie. Inoltre, penso che per gli anziani occorra ridurre la permanenza in ospedale a vantaggio dell’assistenza domiciliare”.

 

 
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