Il rito dell’ingresso e la prima omelia del vescovo Vittorio Viola
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Stefano Brocchetti - redazione@tortonaonline.net  
15 Dicembre 2014
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Il rito dell’ingresso e la prima omelia del vescovo Vittorio Viola

Vittorio Viola è ora ufficialmente vescovo di Tortona. La solenne cerimonia di ingresso, l'attesa per l'omelia e le frasi dall'informale all'impegno civile, ai temi religiosi ed evangelici

Vittorio Viola è ora ufficialmente vescovo di Tortona. La solenne cerimonia di ingresso, l'attesa per l'omelia e le frasi dall'informale all'impegno civile, ai temi religiosi ed evangelici

TORTONA – La diocesi di Tortona ha accolto il nuovo vescovo. Da ieri alle 16, dopo la cerimonia di presa di possesso della cattedrale, Vittorio Viola, padre francescano 49enne ordinato vescovo giusto una settimana prima ad Assisi dopo una lunga esperienza come direttore della locale Caritas, come custode della Porziuncola, rettore di conventi e docenze universitarie, è stato ufficialmente nominato vescovo di Tortona in una cerimonia svolta domenica 14 alle 16 e seguita dalla prima celebrazione religiosa officiata dal nuovo pastore.

Prima della funzione, l’ingresso in cattedrale, con il discorso del sindaco di Tortona Gianluca Bardone, il saluto del vescovo emerito Martino Canessa, che ha fatto riferimento alle cerimonie della settimana precedente ad Assisi, in cui la religiosità del nuovo vescovo ha avuto modo di manifestarsi, il messaggio del cardinale metropolita di Genova Angelo Bagnasco, la lettura della bolla papale con cui è stato nominato il nuovo vescovo.

Duomo gremito oltre ogni immaginazione, tantissimi fedeli rimasti in piedi per fare la prima conoscenza indiretta con il nuovo vescovo, diversi calorosi applausi a salutare l’ingresso e la conclusione della prima omelia tortonese di padre Viola, che ha iniziato informalmente, con “Bene! Come State? Mi dispiace che molti di voi debbano stare in piedi”, per poi salutare le autorità, il clero e soprattuto il predecessore Martino Canessa: “La politica è la più alta forma della carità. Io voglio essere un buon cittadino, ma lo sarò solo se mi ricorderò dei poveri”, la prima frase di impegno civile ed etico proferita, con un cenno alle popolazioni colpite dall’alluvione e dopo la visita in mattinata a luoghi di solidarietà come il Centro Paolo VI di Casalnoceto e il Piccolo Cottolengo. Poi l’omelia si è concentrata essenzialmente sul tema religioso e di evangelizzazione: “vorrei essere una voce, essere trasparente per voi verso Dio”, ha detto citando le scritture. Poi al termine della solenne funzione religiosa, il ricevimento in episcopio per un primo sommario saluto alle persone, numerosissime, che hanno voluto incontrarlo. 

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