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Stefano Brocchetti - redazione@tortonaonline.net  
18 Dicembre 2014
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“Cortese diniego” dei sindaci della provincia a chiedere la revisione del piano sanitario

Alla riunione con tutti i sindaci della provincia, la proposta di Tortona di chiedere la sospensione del piano sanitario in attesa delle verifiche presso gli ospedali ottiene un "cortese diniego" e i sindaci degli altri centri zona non sottoscrivono la lettera. Inevitabile ora il ricorso al Tar

Alla riunione con tutti i sindaci della provincia, la proposta di Tortona di chiedere la sospensione del piano sanitario in attesa delle verifiche presso gli ospedali ottiene un "cortese diniego" e i sindaci degli altri centri zona non sottoscrivono la lettera. Inevitabile ora il ricorso al Tar

TORTONA – Il ricorso al Tar contro il piano sanitario regionale sarà sicuramente adito dal comune di Tortona e da quelli del territorio limitrofo. La decisione, già nell’aria in vista del consiglio comunale di lunedì 22 in cui verrà dato mandato al sindaco per le vie da perseguire a tutela dell’ospedale di Tortona, è pressoché inevitabile, dal momento che i sindaci dei principali centri zona della provincia hanno cortesemente declinato l’invito a sottoscrivere la lettera formulata dal comune di Tortona con cui era intenzione chiedere alla presidenza della Regione di sospendere l’esecutività del piano di organizzazione della rete ospedaliera per la porzione di territorio meridionale della provincia di Alessandria, in attesa delle verifiche tecniche che saranno compiute dalla Regione entro febbraio per individuare sul campo quale tra gli ospedali di Tortona, Novi e Acqui abbia effettivamente i requisiti migliori per ospitare il Dea di primo livello.

 

Martedì 16 ad Alessandria si è infatti tenuto l’incontro che la presidente della Provincia Rita Rossa ha convocato per trattare il tema dell’impatto della riforma dei servizi sanitari sul territorio.

In tale contesto, il sindaco Bardone ha dichiarato di condividere e di essere disposto a ratificare la proposta avanzata dal Partito Democratico di Tortona per iniziativa del segretario e del capogruppo di inviare al Presidente della Regione una formale richiesta di stralcio della questione locale, sino a che non sarà completato l’iter delle verifiche affidate dalla giunta regionale al Direttore Agenas Fulvio Moirano, allo stato programmate per il mese di febbraio.

“La richiesta, che avrebbe dovuto essere sottoscritta da tutti i sindaci ed accolta dalla giunta regionale, si proponeva di consentire che le verifiche potessero svolgersi in clima totalmente costruttivo e senza la spada di Damocle della definitività del Piano, che si avrà con la scadenza del termine per la proposizione del ricorso al Tar il prossimo 17 gennaio”, spiegano in comune a Tortona. “Invitati il ad aderire e sottoscrivere, i sindaci di Alessandria, di Novi Ligure, di Casale Monferrato, di Acqui Terme, di Ovada e di Valenza hanno opposto un cortese diniego”. Si rende perciò inevitabile la proposizione del ricorso al giudice amministrativo, entro i termini di legge, e per questo si conferma che il prossimo lunedi 22 dicembre il Consiglio sarà chiamato a decidere in merito al conferimento del mandato a procedere. “La Comunità Tortonese non può accettare che scada il termine ed il provvedimento diventi definitivo ed inoppugnabile, come già è accaduto allorchè fu disposto il trasferimento del punto nascite. Si tratterebbe di ripetere lo stesso errore. Sarebbe un oggettivo ed inaccettabile condizionamento della libera discussione trattare senza che sia rimossa la prospettiva che il 18 gennaio tutti i giochi siano compiuti, o che almeno si tenti di evitare che ciò accada”, ribadiscono in comune.

“L’idea di democrazia che anima l’azione della Comunità Tortonese implica la impossibilità di accettare le procedure attuate ed i contenuti che ne sono dipesi, per la ritenuta loro palese ed oggettiva ingiustizia, che trova conferma nel fatto che si siano assunte decisioni senza quella necessaria istruttoria che verrebbe eseguita a febbraio, quanto il Piano sarà definitivo. Questo rende di per sé incomprensibile il rifiuto di sottoscrivere la moratoria, e conseguentemente necessario rivolgersi al giudice”.

 

 
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