Licenziamenti e trasferimenti in vista per i lavoratori Asmt di Tortona
Situazione drammatica per gli 8 lavoratori dell'Asmt di Tortona, che si occupa della rete di distribuzione del gas. Acquisita dall'azienda Sime, oggi alcuni di loro rischiamo il licenziamento e altri il trasferimento nella sede centrale dell'azienda, a Crema. A lanciare l'allarme sono i tre sindacati Cgil, Cisl e Uil
Situazione drammatica per gli 8 lavoratori dell'Asmt di Tortona, che si occupa della rete di distribuzione del gas. Acquisita dall'azienda Sime, oggi alcuni di loro rischiamo il licenziamento e altri il trasferimento nella sede centrale dell'azienda, a Crema. A lanciare l'allarme sono i tre sindacati Cgil, Cisl e Uil
TORTONA – Piani di riorganizzazione aziendale sono stati definiti. Non c’è pertanto una ragione economica alla base delle scelte della Sime, l’azienda che ha acquisito il ramo Asmt di Tortona che si occupa della distribuzione del gas, che ha di fatto chiesto il trasferimento a tre dipendenti nella sede centrale di Crema, mentre altri tre resteranno a casa. Licenziati. Sono otto i lavoratori totali, senza considerare quelli che avevano già colto mesi fa aria di tempesta e si sono defilati prima. Un lavoratore dovrebbe trovare soluzione di pensionamento e l’ottavo è stato nominato “coordinatore” è pertanto l’unico che resta ad oggi anche se a tempo determinato. Per i dipendenti della Asmt quello di martedì prossimo, 27 gennaio, sarà davvero un “martedì nero” come comunicato dalle organizzazioni sindacali che da tempo seguono la faccenda. Per tre lavoratori arriveranno le lettere di licenziamento. Per gli altri tre le propste di trasferimento. La Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil hanno lanciato l’allarme, a fronte di un netto rifiuto da parte dell’azienda cremasca a qualsiasi tipo di mediazione, durante i tavoli congiunti dei mesi scorsi in Prefettura. Nessun segnale di “sostegno” sembra essere arrivato però anche dal Comune di Tortona. “La vicenda della vendita di Asmt parte dall’amministrazione del sindaco Berruti. Ma anche se oggi il Comune ha un diverso colore politico – spiegano in coro Paolo Parodi, Claudio Cavallaretto e Ezio Bricola – dovrebbe comunque impegnarsi per dare appoggio ai lavoratori che erano di una sua partecipata”.

Se come il solito i primi a subire gli effetti di queste scelte aziendali sono i dipendenti, non si può non guardare anche all’efficacia e alla qualità del servizio. “Fino ad oggi questi servizi erano gestiti da addetti interni, alcuni vi lavoravano da una vita – ha concluso Cavallaretto (Cisl) – Oggi con l’appalto ad imprese locali chissà se sarà più cosi?”. O se a subire le conseguenze, dopo i lavoratori, saranno anche i cittadini.