Sanità; Muliere: “Riprendere il dialogo con Tortona”
Mano tesa di Rocchino Muliere nei confronti dellamministrazione comunale di Tortona. Nonostante le scintille delle settimane scorse, Muliere aveva sempre mantenuto bassi i toni. Il primo cittadino novese lancia ora alcune proposte sulla sanità.
Mano tesa di Rocchino Muliere nei confronti dell?amministrazione comunale di Tortona. Nonostante le scintille delle settimane scorse, Muliere aveva sempre mantenuto bassi i toni. Il primo cittadino novese lancia ora alcune proposte sulla sanità.
“Le modifiche alla delibera regionale sulla riorganizzazione della rete ospedaliera – spiega Muliere – attribuisce all’Asl provinciale la decisione su dove collocare 12 reparti. È in questa discussione che Tortona può far sentire il proprio peso. Tra noi e i tortonesi può ripartire quel dialogo nato con la “fusione fredda” tra il San Giacomo e l’ospedale di Tortona voluta dalla giunta Cota. Un dialogo che, mi auguro, tra il personale sanitario non sia mai venuto meno”.
Muliere sta preparando l’iniziativa di lunedì 23 febbraio, quando alle 21.00, presso la biblioteca civica di via Marconi 66, sarà presentato l’Osservatorio comunale sulla salute. “Non sarà un comitato in difesa “di qualcosa”, ma un luogo dove studiare i problemi della sanità in maniera approfondita, dove individuare soluzioni, dove promuovere politiche per la salute», dice il sindaco. Il coordinamento sarà affidato a Mino Orlando, che i novesi ben conoscono come ex primario del Pronto soccorso. Negli ultimi cinque anni, inoltre, Orlando ha fatto parte del consiglio di amministrazione del Csp, il consorzio dei servizi sociali. Una doppia esperienza che gli sarà senz’altro utile. «L’Osservatorio sarà interdisciplinare – afferma infatti Muliere – Sarà dedicato alla salute dei novesi, a 360 gradi. Si parlerà dunque ospedale e sanità, certo, ma anche di servizi sociali, di ambiente, di ecologia”.
La riorganizzazione degli ospedali della provincia di Alessandria è frutto anche del “decreto Balduzzi” varato ai tempi del Governo Monti: meno ospedali, ma più grandi e più specializzati. All’epoca, fu trovata una mediazione tra Novi e Tortona: due edifici distinti, ma che avrebbero dovuto lavorare come un corpo unico. La sperimentazione non ha avuto successo, anche perché non fu frutto di una scelta tecnica, ma il risultato dei veti politici incrociati.
Ribadisce ancora oggi Muliere: “Quella soluzione non poteva funzionare perché, se si eccettua il Punto nascite che venne attribuito alla nostra città sulla base dei “numeri”, non fu costruita su considerazioni tecniche”.
“La legittima battaglia di Tortona per la tutela dei servizi sanitari non può andare a discapito degli altri territori”, afferma Muliere. Che suggerisce altri tavoli di trattativa: “Con gli atti aziendali [i documenti di programmazione delle singole Asl; ndr] dovrà essere decisa la collocazione di 12 reparti, tra cui due di Fisiatria. I piemontesi che vanno fuori regione a seguire cicli di riabilitazione costano circa 9 milioni di euro: potenziando il servizio quei soldi possono essere recuperati. Perché non è questione di spendere meno, ma di spendere meglio“.