Terzo Valico, i sindaci pronti a scendere sul piede di guerra
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Elio Defrani - e.defrani@ilnovese.info  
11 Marzo 2015
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Terzo Valico, i sindaci pronti a scendere sul piede di guerra

Troppe le domande che aspettano ancora risposta. Così 12 sindaci del basso alessandrino scrivono a Rfi e al governo rendendo note quelle che definiscono "istanze inderogabili": senza un impegno concreto, avvertono i primi cittadini, "cesserà la nostra collaborazione". E oggi incontrano il ministro Lupi

Troppe le domande che aspettano ancora risposta. Così 12 sindaci del basso alessandrino scrivono a Rfi e al governo rendendo note quelle che definiscono "istanze inderogabili": senza un impegno concreto, avvertono i primi cittadini, "cesserà la nostra collaborazione". E oggi incontrano il ministro Lupi

NOVI LIGURE – Troppe le domande sul Terzo Valico che aspettano ancora risposta. Così dodici sindaci del basso alessandrino scrivono a Rfi e al governo rendendo note quelle che definiscono “istanze inderogabili”: senza un impegno concreto da parte della società proprietaria della rete ferroviaria e del ministero delle Infrastrutture, avvertono i primi cittadini, “non si potrà più raggiungere una positiva condivisione dell’intervento da parte del territorio piemontese”.

Nella lettera, anticipata dal web magazine Lo spiffero, le amministrazioni comunali di Novi Ligure, Arquata Scrivia, Serravalle Scrivia, Pozzolo Formigaro, Gavi, Vignole Borbera, Carrosio, Fraconalto, Voltaggio, oltre a quelle di Alessandria, Tortona e Castelnuovo Scrivia, mettono nero su bianco quattro pagine fitte di richieste. “Finora abbiamo dimostrato un atteggiamento collaborativo, nonostante un impatto ambientale tutt’altro che trascurabile ed esponendoci con le comunità locali”, scrivono i sindaci, sottolineando che da ora in poi le cose potrebbero cambiare. Oggi, mercoledì 11 marzo, a Roma incontreranno il ministro Lupi.

Si parte dallo shunt, la “bretella” che, nel progetto originario del Terzo Valico, avrebbe dovuto connettere la nuova linea ferroviaria con quella esistente, tagliando in due la campagna tra Novi e Pozzolo. Il Comune di Novi lo shunt non l’ha mai mandato giù. Un anno fa, il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi aveva accolto la richiesta di eliminazione della bretella. “Ma ancora nulla si è concretizzato e si sta ancora attendendo la convocazione della conferenza dei servizi che dovrebbe sancire questa decisione conferendole i crismi dell’ufficialità”.

Altro capitolo: il trasporto dello smarino, cioè il terreno proveniente dallo scavo dei tunnel. Cociv, il consorzio di imprese incaricato di costruire il Terzo Valico, vorrebbe trasportarlo con i camion. I Comuni chiedono invece che si proceda con una modalità combinata gomma-ferro (utilizzando anche la ferrovia, cioè), per evitare di far transitare sulle strade centinaia di mezzi pesanti.

La giunta di Giuseppe Teti, a Vignole Borbera, chiede da tempo che venga costruita una rotatoria al casello autostradale. La situazione dell’uscita sulla A7 è già critica oggi, senza il contributo del transito degli automezzi di cantiere.
Per migliorare la viabilità e per ridurre l’impatto sull’ambiente e sulla salute degli abitanti, i Comuni vogliono inoltre da Rfi la riattivazione dei collegamenti ferroviari esistenti a Arquata (stabilimento Cementir) e a Novi (scalo ferroviario di San Bovo): questo consentirebbe il trasporto in modalità combinata ferro-gomma di tutti gli approvvigionamenti destinati ai cantieri di Radimero, Moriassi e della val Lemme.

C’è poi la questione delle opere compensative, su cui Rfi starebbe facendo orecchie da mercante. Non ci sono infatti solo quelle prescritte dalla delibera Cipe del 2006, con cui il Comitato interministeriale per la programmazione economica ha definito le opere di “accompagnamento” al Terzo Valico. Ma anche quelle fissate dal Codice dei contratti pubblici.

La questione dei finanziamenti non è meno allarmante: “Al finanziamento dell’opera corrisponda una puntuale erogazione delle risorse per garantire continuità all’attività dei cantieri”, chiedono i sindaci. “Le interruzioni dell’attività dei cantieri rappresentano fonte di incertezza. Con queste premesse, la durata dei cantieri sul territorio è destinata a dilatarsi oltremisura trasformando i disagi della cantierizzazione in una seria minaccia alla vivibilità dell’intero territorio”, concludono i dodici sindaci firmatari della lettera.

Il servizio completo sul Novese in edicola a partire da giovedì 12 marzo.

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