Va tutto bene ed è tutto sotto controllo…
La notizia la sappiamo tutti e ha fatto passare una mattinata di apprensione all’intera città. Le foto e i filmati dell’incidente non aiutavano certo a stare tranquilli. Come ci hanno ripetuto i media e le Autorità locali, la situazione era sotto controllo...
La notizia la sappiamo tutti e ha fatto passare una mattinata di apprensione all?intera città. Le foto e i filmati dell?incidente non aiutavano certo a stare tranquilli. Come ci hanno ripetuto i media e le Autorità locali, la situazione era sotto controllo...
Come ci hanno ripetuto i media e le Autorità locali, la situazione era sotto controllo. Nella nube era “esclusa la presenza di sostanze tossiche e pericolose”. I fumi, è stato detto, erano semplici fumi di combustione. Vogliamo credere alle puntuali rassicurazioni che ci arrivano ogni qualvolta si verifica un incidente nel Polo chimico.
Vogliamo credere che sia sempre tutto sotto controllo quando leggiamo che è scoppiato qualcosa, che c’è stata una fuga di qualche sostanza o che si è verificata un’anomalia. Vogliamo crederlo perché è rassicurante leggere comunicati per cui, alla fine, tutto è sempre a posto e non ci sono pericoli.
Del resto, occasioni per letture simili ne abbiamo avute parecchie, perché negli ultimi anni gli incidenti non sono mancati. Lo scorso febbraio si era verificata una fuga di gas nello stabilimento Solvay. Circa un anno fa, ad aprile 2014, si sono contate cinque fughe di gas in meno di un mese. Ogni volta abbiamo letto comunicati in cui si diceva che non c’erano pericoli e così vogliamo credere.
E mentre continuiamo a credere, prendiamo con sollievo la notizia che a breve sarà posizionata una centralina per il monitoraggio della qualità dell’aria, che sarà installata all’esterno dello stabilimento. E quando leggiamo che la centralina sarà gestita dall’Arpa e finanziata dalla stessa Solvay non possiamo che applaudire a tanta buona volontà da parte di un’azienda. E se qualche maligno avesse da fare assurdi paragoni, come ad esempio quello di un automobilista che finanzia l’autovelox a un vigile, gli volteremmo decisamente le spalle. Perché noi vogliamo credere che tutto va sempre bene ed è sotto controllo.
E nel frattempo, continuiamo a guardare al processo al Polo chimico di Spinetta, che vede coinvolte Solvay e Ausimont sedute su banchi opposti in un crescente rimpallo di accuse e responsabilità.
Peccato che mentre ci perdiamo a districarci tra le tesi dell’accusa e della difesa, inizi a venirci il mal di testa. E alla fine, come spesso accade in Italia, sembra che la colpa sia sempre di chi c’era prima e comunque di qualcun altro, finché non riesci più a capire chi sia responsabile e chi debba rispondere ai cittadini del fatto che i terreni intorno al Polo chimico risultano contaminati da sostanze inquinanti.
Ma tutto questo non ci deve scoraggiare e non deve farci smettere di credere che tutto va bene. Vogliamo crederlo perché siamo persone di buona fede ed è bello potersi addormentare sereni, pensando che il grande complesso industriale che sorge alle porte della città, di fronte al Museo di Marengo e a due passi da un tempio del benessere formato famiglia, sia bello, pulito, efficiente e sicuro. Un po’come in certa fantascienza anni Sessanta, quando il futuro era immaginato tecnologico e positivo, con le magnifiche sorti e progressive del genere umano che andavano a braccetto con l’industria e i suoi prodotti. E poi vorremo mica sputare su un Polo che porta lavoro alla città, specialmente in tempi di crisi come questi?
No, vogliamo e dobbiamo credere che tutto va bene ed è sempre sotto controllo. Ed è così bello continuare a farlo, con lo sguardo rivolto all’orizzonte, ammirando quelle torri di metallo che scintillano al sole nell’aria tersa del primo mattino. Ma, un momento, cosa sono quei nuvoloni neri che ostruiscono la visuale?