Cronaca
Piano emergenza, “ci stiamo lavorando”
"Accelerata" sul piano di emergenza per Alessandria. Le aziende del Polo Chimico hanno consegnato la documentazione ai vigili del fuoco. A breve tavolo tecnico in Prefettura
"Accelerata" sul piano di emergenza per Alessandria. Le aziende del Polo Chimico hanno consegnato la documentazione ai vigili del fuoco. A breve tavolo tecnico in Prefettura
ALESSANDRIA – Una accelerata sull’aggiornamento del Piano di Emergenza per il comune di Alessandria, dove hanno sede aziende considerate “a rischio rilenvante”. Il vecchio piano risulta infatti scaduto da circa dieci anni. Dopo l’incidente all’impianto della ditta Arkema, all’interno del Polo chimico di Spinetta Marengo, lo scorso 31 marzo, il comune e i sindacati avevano chiesto l’aggiornamento del piano. Spetta alla Prefettura coordinare i tavoli per il rinnovo del piano. “Ci sono stati alcuni incontri e a breve si aprirà il tavolo per arrivare alle stesura del nuovo piano”, conferma l’assessore all’Ambeinte Claudio Lombardi. A breve la Prefettura convocherà i soggetti interessari, Comune, Provincia, Vigili del Fuoco, Protezione Civile e le aziende.
Da parte loro, le aziende hanno già consegnato parte della documentazione richiesta dalla “legge Seveso” ai vigili del fuoco, che la stanno esaminando. Solvay, Arkema e le atre ditte inserite all’interno del polo chimico si sono già dette disponibili per fornire le eventuali intergrazioni che saranno necessarie.
“Spetta al Prefetto coordinare i lavori e mi risulta che a breve sarà convocato un nuovo incontro per arrivare ad un aggiornamento del piano”.
Intanto, Arkema ha recentemente incontrato i sindacati per relazionare sui risultati delle ricerche effettuate in Francia per identificare le cause che potrebbero aver determinato lo scoppio che si è verificato lo scorso aprile nell’impianto di Spienetta. “Si tratterebbe di cause tecnice, non ripetibili”.
Un incindente, quindi, legato al tipo di lavorazione che veniva effettuato nel reparto, spiega il segretario dei chimici della Cgil Paolo Parodi. Le sperimentazioni, ora, proseguiranno in laboratori in Germania dove si cercherà di riprodurre le condizioni degli impianti al momento dello scoppio. “L’azienda ritiene che si tratti di condizioni non ulteriormente verificabili”.
Nell’impianto, che resta ancora chiuso, si lavora perossido. Arkema starebbe valutando di riaprire solo una parte delle lavorazione. “Dal punto di vista occupazionale – prosegue Parodi – non ci sono state ricadute. Gli addetti sono stati infatti ricollocati all’interno dell’azienda”.
Da parte loro, le aziende hanno già consegnato parte della documentazione richiesta dalla “legge Seveso” ai vigili del fuoco, che la stanno esaminando. Solvay, Arkema e le atre ditte inserite all’interno del polo chimico si sono già dette disponibili per fornire le eventuali intergrazioni che saranno necessarie.
“Spetta al Prefetto coordinare i lavori e mi risulta che a breve sarà convocato un nuovo incontro per arrivare ad un aggiornamento del piano”.
Intanto, Arkema ha recentemente incontrato i sindacati per relazionare sui risultati delle ricerche effettuate in Francia per identificare le cause che potrebbero aver determinato lo scoppio che si è verificato lo scorso aprile nell’impianto di Spienetta. “Si tratterebbe di cause tecnice, non ripetibili”.
Un incindente, quindi, legato al tipo di lavorazione che veniva effettuato nel reparto, spiega il segretario dei chimici della Cgil Paolo Parodi. Le sperimentazioni, ora, proseguiranno in laboratori in Germania dove si cercherà di riprodurre le condizioni degli impianti al momento dello scoppio. “L’azienda ritiene che si tratti di condizioni non ulteriormente verificabili”.
Nell’impianto, che resta ancora chiuso, si lavora perossido. Arkema starebbe valutando di riaprire solo una parte delle lavorazione. “Dal punto di vista occupazionale – prosegue Parodi – non ci sono state ricadute. Gli addetti sono stati infatti ricollocati all’interno dell’azienda”.