L’Airone delle olimpiadi di Roma torna a casa
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Redazione - redazione@ilnovese.info  
22 Settembre 2015
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L’Airone delle olimpiadi di Roma torna a casa

la statua in bronzo raffigurante Fausto Coppi e realizzata per le Olimpiadi di Roma del 1960, ieri è stata ricollocata a Castellania, all’ingresso del sacrario dedicato ai fratelli Serse e Fausto. a statua era esposta davanti al velodromo dell’Eur: dopo i giochi olimpici, però, venne dimenticata in un magazzino del Coni

la statua in bronzo raffigurante Fausto Coppi e realizzata per le Olimpiadi di Roma del 1960, ieri è stata ricollocata a Castellania, all?ingresso del sacrario dedicato ai fratelli Serse e Fausto. a statua era esposta davanti al velodromo dell?Eur: dopo i giochi olimpici, però, venne dimenticata in un magazzino del Coni

CASTELLANIA – L’Airone è tornato a casa: la statua in bronzo raffigurante Fausto Coppi e realizzata per le Olimpiadi di Roma del 1960, ieri è stata ricollocata a Castellania, all’ingresso del sacrario dedicato ai fratelli Serse e Fausto Coppi. La statua era esposta davanti al velodromo dell’Eur, dove i ciclisti italiani stracciarono Urss, Germania e Belgio, conquistando cinque medaglie d’oro. Dopo i giochi olimpici, però, venne dimenticata in un magazzino del Coni. E li è rimasta fino a ieri, quando per inaugurarla è arrivata il presidente del comitato olimpico Giovanni Malagò.

Merito di Claudio Pesci, pittore bolognese con il pallino per il ciclismo e presidente dell’associazione dedicata ai fratelli Fausto e Serse Coppi. C’è voluto un po’ per mettere d’accordo il Coni e le Sovrintendenze ai beni culturali del Lazio e del Piemonte, ma alla fine l’opera è stata portata a Tortona, dove è stata restaurata dal laboratorio Gabbantichità.
La statua raffigura Coppi che saluta con la mano destra tenendo in mano un caschetto da ciclista nella sinistra. È alta 240 centimetri e pesa 252 chili.

Per l’inaugurazione, oltre a Malagò, è intervenuto anche il vescovo Vittorio Viola, i sindaci del territorio e ovviamente Marina e Faustino Coppi, emozionati per il “ritorno a casa” della statua. “Sapevo che esisteva – ha detto Faustino ai giornali – ma non l’avevo mai vista. Essere riusciti a ‘salvarla’ a così tanti anni di distanza è motivo di orgoglio e di felicità”.

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