“Inquinamento colposo”, in quattro condannati a due anni e sei mesi
Due anni e sei mesi per inquinamento colposo (e non doloso, come era nell'ipotesi di accusa), a quattro dirigenti di Ausimont e Solvay per l'emergenza cromo. Deluse le parti civili presenti alla lettura della sentenza. Riconosciuto il risarcimento del danno a Comune e ministero dell'Ambiente e ad una ventina di cittadini o lavoratori. Solvay annuncia il ricorso
Due anni e sei mesi per inquinamento colposo (e non doloso, come era nell'ipotesi di accusa), a quattro dirigenti di Ausimont e Solvay per l'emergenza cromo. Deluse le parti civili presenti alla lettura della sentenza. Riconosciuto il risarcimento del danno a Comune e ministero dell'Ambiente e ad una ventina di cittadini o lavoratori. Solvay annuncia il ricorso
ALESSANDRIA – Occhi perplessi e volti delusi ieri, in tribunale ad Alessandria, dopo la lettura della sentenza al processo contro otto ex dirigenti dello stabilimento del Polo Chimico di Spinetta Marengo per inquinamento delle acque. Sono stati condannati a due anni e sei mesi di reclusione quattro su otto imputati per disatro colposo. Dai 18 ai 10 anni era la misura delle pene richieste dal pubblico ministero Riccardo Ghio che ha seguito le indagini a partire dal 2008, anno in cui scoppiò l’emergenza cromo (ma le sostanze inquinanti erano una ventina). La condanna è arrivata per l’articolo 449 del codice penale, disastro colposo, appunto, nella cui fattispecie rientra l’avvelenamento delle acque, contestato a chi ha diretto lo stabilimento prima Montedison, poi Ausimont e, dal 2002, Solvay. Colposo e non doloso, non ci sarebbe stata, cioè, l’intenzionalità di creare un danno ambientale.
“E’ un graffio e non una ferita profonda”, è stato uno dei commenti raccolti subito dopo la sentenza letta dal presidente della Corte d’Assise, il giudice Sandra Casacci.
E’ decaduta, invece, l’ipotesti di reato di omessa bonifica. Al termine di tre anni di procedimento giudiziario, quattro anni di inchiesta e una cinquantina di udienze sono stati condannati Francesco Boncoraglio, ressponsabile della funzione ambiente dello stabilimento; Luigi Guarracino, direttore di stabilimento di Spinetta fino all’ingresso dell’attuale direttore Stefano Bigini; Giorgio Carimati, responsabile tecnico ambiente e sicurezza per il gruppo Solvay; e Giorgio Canti, dirigente Ausimt, poi Solvay.
Assolti per non aver commesso il fatto Carlo Cogliati, Bernard De Laguiche, Pierre Jacques Joris; reato estinto per Giulio Tommasi, l’unico imputato che ha presenziato alla lettura della sentenza e a molte udienze del processo.

Una sentenza che non scontenta nessuno e che, forse, voleva mettere il riconoscimento del danno in evidenza, rispetto alla pena inflitta. Ma nel, contempo, non fa cantare vittoria la pubblica accusa.
“Siamo delusi”, dicono i lavoratori e i familiari che hanno assististo all’ultima udienza. Una decina quelli presenti ad ogni appuntamento con la giustizia. Ieri ce ne erano circa venti.

Annuncia il ricorso in appello il nutrito pool di avvocati Solvay: “Per quanto riguarda la condanna di alcuni suoi dipendenti per il reato di disastro ambientale è stato escluso il dolo e ritenuta soltanto l’ipotesi colposa. Ciò nondimeno Solvay Specialty Polymers Italy SpA ritiene ingiustificata tale condanna colposa e ribadisce la fiducia nell’operato dei propri manager che assisterà in appello per vedere riconosciuta la loro completa estraneità da ogni forma di addebito e la correttezza della gestione del sito”.
Anche il direttore di Confiundustria Fabrizio Riva si esprime sulla sentenza: “Riteniamo che la sentenza, disattendendo in grande parte le tesi accusatorie, abbia, tra l’altro, tenuto in considerazione che Solvay è una azienda che opera con responsabilità ed ha dimostrato impegno con rilevanti sforzi sia sul piano tecnico che economico per assicurare la sostenibilità ambientale delle sue produzioni.
Solvay è una importante realtà produttiva della provincia di Alessandria, lo stabilimento di Spinetta Marengo è oggi un sito produttivo di punta, tecnologicamente avanzato, con significative esportazioni di prodotti in tutto il mondo e con rilevanti ricadute positive sia sul piano occupazionale che economico sul territorio alessandrino”.