Chi ha abbandonato l’Unione Europea?
Cosa ci fa una scatola con il marchio Aiuto UE Prodotto non commerciabile in mezzo ai bidoni dell'immondizia a Cantalupo? Forse ci sono centri di accoglienza nascosti sotto i campi? Forse anche a Cantalupo esiste un'emergenza rifugiati come a Kos e Lesbo o al confine tra Grecia e Macedonia? Forse non c'è ancora, ma sta per arrivare l'ondata di migranti...
Cosa ci fa una scatola con il marchio ?Aiuto UE ? Prodotto non commerciabile? in mezzo ai bidoni dell'immondizia a Cantalupo? Forse ci sono centri di accoglienza nascosti sotto i campi? Forse anche a Cantalupo esiste un'emergenza rifugiati come a Kos e Lesbo o al confine tra Grecia e Macedonia? Forse non c'è ancora, ma sta per arrivare l'ondata di migranti...
E subito scatta spontanea la domanda. Cosa ci fa una scatola con il marchio “Aiuto UE – Prodotto non commerciabile” in mezzo ai bidoni dell’immondizia a Cantalupo? Forse ci sono centri di accoglienza nascosti sotto i campi? Forse anche a Cantalupo esiste un’emergenza rifugiati come a Kos e Lesbo o al confine tra Grecia e Macedonia? Forse non c’è ancora, ma sta per arrivare l’ondata di migranti.
Stipulato l’accordo con la Turchia, chiusa la rotta balcanica, pronto ad essere innalzato il muro al Brennero, ai migranti non resta che tentare di passare da Cantalupo per fuggire da guerre e miseria. Forse. Mi guardo intorno alla ricerca di troupe televisive, tende da campo di Medici Senza Frontiere, poliziotti in tenuta antisommossa e cortei di attivisti pro e contro immigrati. Niente. Solo un paio di tortore che si alzano in volo da un gelso in mezzo al campo di grano.
O forse anche Cantalupo sta per diventare, a sua volta, un teatro di guerra internazionale, un epicentro di crisi geopolitica e umanitaria e noi ancora non lo sappiamo. Gli ignari abitanti continuano a dedicarsi alle loro attività quotidiane, mentre sulle loro teste incombe una crisi umanitaria di proporzioni spaventose. Forse nelle cancellerie europee hanno previsto già tutto e l’UE, previdente, inizia a mandarci i primi pacchi di aiuti in vista dell’ catastrofe imminente.
Un pacco di aiuti, per ora. Di penne rigate, per l’esattezza. Abbandonato tra l’immondizia in mezzo a sacchi neri e scatoloni di detersivi per il bucato. Possibile, ma decisamente improbabile. E allora non resta che porsi la domanda che anche voi, cari lettori, vi state facendo fin dall’inizio di questo articolo. Come diavolo ci è finito a Cantalupo un pacco marchiato con la scritta “Aiuto UE- prodotto non commerciabile”, vicino al cimitero, in mezzo ai bidoni dell’immondizia, tra l’indifferenziato e l’organico?
Come diceva un vecchio investigatore, una volta scartate tutte le ipotesi possibili, quella che rimane, per quanto possa sembrare assurda, è la verità. E allora inizio a pensare, ma subito mi pento, che qualche pacco destinato ad aiuti UE ogni tanto riesca misteriosamente a balzare fuori dal container diretto a Lampedusa piuttosto che a Lesbo, per finire nelle mani di persone che non ne hanno propriamente bisogno. D’altronde, quando ho scattato la foto era il pomeriggio del 24 aprile. Ragazzi, non volevate un po’ di pasta per accompagnare la grigliata del giorno dopo?!
Queste però sono considerazioni maligne, mi dico. Magari nei pressi del cimitero di Cantalupo abita qualche volontario che ha prestato servizio per mesi in aree di crisi. Magari quello scatolone aveva contenuto penne rigate al campo di accoglienza e poi, una volta svuotato, il volontario se ne è servito per portare a casa alcuni oggetti che non stavano più nello zaino o in valigia. Che so, la biancheria sporca. Forse è andata davvero così. A forza di guardare talk show e leggere giornali si vede il marcio dappertutto e si diventa malpensanti. La soluzione dev’essere senz’altro più semplice e lineare. Mi sento improvvisamente in colpa. Come ho potuto pensare che gli aiuti dell’UE vadano sprecati o che alcuni ignoti farabutti possano approfittarsene? Devo essere impazzito.
C’è un’ultima ipotesi che, a distanza di giorni prende consistenza nella mia mente. Che quel pacco fosse un’apparizione. Un avvertimento di qualche entità soprannaturale o di misteriosi osservatori alieni. Una metafora di quello che l’Unione rischia di diventare, anzi che forse già sta diventando. Del resto, basta leggere le notizie di questi giorni: le nuove norme anti-immigrati del Governo austriaco, i muri e le barriere lungo i confini che iniziano a spuntare come funghi un po’ in tutta Europa, partiti populisti e xenofobi che aumentano i loro consensi, la Grecia di nuovo presa di mira dal Fondo Monetario, il referendum sulla Brexit del prossimo giugno…
La lista potrebbe essere ancora lunga, ma mi fermo qui. Un tempo, si diceva di alcuni Paesi che erano “il malato d’Europa”. Ora un’affermazione del genere non avrebbe più senso. E’ l’Europa intera ad essere malata. Pronta per essere abbandonata in mezzo ai sacchi della spazzatura. Vicino al cimitero per giunta. Come un vecchio scatolone vuoto che non interessa più a nessuno. Forse siamo ancora in tempo per raccoglierlo quello scatolone e decidere cosa vogliamo farne. L’Europa chiama. Qualcuno ha voglia di rispondere?
P.S. Il giorno dopo tutti i sacchi che vedete nella foto erano ancora al loro posto, ma lo scatolone non c’era più. Mani ignote lo avevano portato via. Non mi spingo a fare altre congetture. Non porterebbero a nulla. Se era davvero un avvertimento di tipo metafisico, allora diventa ancora più inquietante. Forse lo scatolone è svanito per comparire da altre parti. Al capolinea di un autobus in periferia, in mezzo a una rotonda, davanti a un’area industriale degradata, nei pressi dell’ennesimo ecomostro in disfacimento. Se qualcuno di voi lo vede, per cortesia me lo faccia sapere.