La storia di Bice, la scienziata ebrea che fece grande Novi
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Elio Defrani - e.defrani@ilnovese.info  
11 Giugno 2016
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La storia di Bice, la scienziata ebrea che fece grande Novi

Per molti anni dovette vivere sotto falso nome a causa delle leggi razziali emanate dal Fascismo, ma era una delle menti più brillanti dell'epoca. A Novi trovò lavoro e rifugio alla Bioindustria di Giuseppe Caraccia. E contraccambiò scoprendo la formula di un farmaco che fece la fortuna dell'azienda

Per molti anni dovette vivere sotto falso nome a causa delle leggi razziali emanate dal Fascismo, ma era una delle menti più brillanti dell'epoca. A Novi trovò lavoro e rifugio alla Bioindustria di Giuseppe Caraccia. E contraccambiò scoprendo la formula di un farmaco che fece la fortuna dell'azienda

NOVI LIGURE – Si parlerà anche di Bice Neppi oggi, sabato 11 giugno, alla galleria Pagetto Arte di via Girardengo 87 a Novi Ligure dove, a partire dalle 17.00, si terrà la presentazione del volume “I farmaci nella letteratura”, di Giulia Bovone, giovane biologa tortonese.

Ma chi era Bice Neppi? In pochi conoscono il suo nome, eppure è una delle figure che ha fatto la fortuna della città di Novi durante il boom economico. Soprattutto, è stata una delle scienziate più importanti del suo tempo. In pochi conoscono il suo nome, dicevamo, anche perché per molti anni dovette lavorare sotto una falsa identità: Bice Neppi era ebrea e nell’Italia fascista la cosa migliore che potesse capitarle era perdere il posto da docente all’università. Cosa che puntualmente successe. Ai suoi fratelli andò peggio e non sopravvissero alla Shoah: uno di loro, medico, che visitava gratuitamente i profughi di passaggio a Milano, fu arrestato nel suo studio e scomparve nelle camere a gas.

Ma facciamo un passo indietro: Bice Neppi nasce a Ferrara nel 1880 e si dimostra ben presto una studentessa brillante. Dopo la laurea in chimica si trasferisce a Milano dove ottiene una cattedra al Politecnico e dove compie studi molto importanti che la portano alla direzione dell’Istituto Sieroterapico. In conseguenza delle leggi razziali del 1938, nel 1940 fu dichiarata decaduta dall’insegnamento “perché di razza ebraica” e contestualmente espulsa dall’Istituto sieroterapico, dove all’epoca era sul punto di scoprire un importante preparato antipernicioso. Secondo le memorie familiari, la sera in cui seppe dell’espulsione distrusse tutto il suo lavoro di ricerca, portando via con sé solo gli appunti.

Si rifugia a Novi Ligure, dove fu chiamata da Giuseppe Caraccia, titolare di una piccola casa farmaceutica, la BioIndustria di Novi Ligure e fu nominata direttrice di laboratorio. Qui poté mettere in atto la sua scoperta, anche se in forma anonima. L’estratto surrenalico Emazian B12 fu messo in commercio e divenne il prodotto più venduto della BioIndustria per trent’anni, trasformandola nella grande azienda che oggi tutti conosciamo.
E Bice? Alla fine della guerra le arrivò la proposta di reintegro. La lettera, firmata dal direttore del Politecnico di Milano, non poté nemmeno essere consegnata essendo ancora ignoto il recapito della studiosa. In ogni caso non accettò il reintegro: continuò a lavorare presso la BioIndustria e a seguire congressi internazionali di chimica in tutto il mondo, fino a tarda età. Morì nel 1968 all’età di 88 anni.

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