La pediatria di libera scelta nel distretto Novi-Tortona
Il dottor Claudio Sasso, responsabile delegato ad interim del distretto Novi-Tortona, spiega lassetto organizzativo del nostro territorio nell'ambito dell'assistenza pediatrica
Il dottor Claudio Sasso, responsabile delegato ad interim del distretto Novi-Tortona, spiega lassetto organizzativo del nostro territorio nell'ambito dell'assistenza pediatrica
Come spiega il dottor Claudio Sasso, responsabile delegato ad interim del distretto Novi-Tortona, “la zona di Tortona è suddivisa in tre ambiti territoriali: la città e i colli tortonesi con tre pediatri, la bassa Valle Scrivia con un pediatra e la Val Curone – Val Ossona con un pediatra. È stata fatta richiesta perché queste due ultime zone siano accorpate in un unico ambito territoriale, così da poter dare la possibilità di un’effettiva scelta ai pazienti. Nella zona di Novi operano tre pediatri in città e in altri 7 comuni del territorio, e tre pediatri nell’ambito di Arquata-Serravalle-Gavi e comuni limitrofi. In tutto, nel distretto abitano circa 14.000 bambini tra zero e 14 anni – range d’età dei pazienti pediatrici –, di cui 7.800 circa nella zona di Novi e 6.200 circa in quella di Tortona.”.
Nello specifico, la zona di Novi ad oggi vede tre pediatri che, come prosegue Sasso, “garantiscono l’assistenza pediatrica nell’ambito territoriale di loro competenza. Tutti seguono più di mille bambini, ma nessuno è al massimale – indicato a 1.200 pazienti. Dopo l’ultimo pensionamento, è stata concessa una deroga all’accordo nazionale per garantire l’assistenza pediatrica anche ai bambini da 6 a 14 anni, età in cui si può scegliere anche il medico di famiglia, mentre da zero a 6 anni è obbligatorio il medico pediatra.”.
“Nel prossimo futuro si valuterà – prosegue Sasso –, con il conteggio dei dati numerici aggiornati sulla popolazione residente fornitici dai comuni dell’ambito novese, l’eventualità di una carenza operativa, cioè riferita a tutta la fascia di età pediatrica, da zero a 14 anni. Nel caso in cui venga riscontrata, passerà alla valutazione del comitato aziendale, formato anche da rappresentanti dei pediatri; e solo se autorizzata, si procederà con la richiesta alla Regione Piemonte che emetterà un avviso di zona carente e, passate le tempistiche burocratiche e individuato il vincitore del bando, verrà inserito un nuovo pediatra di libera scelta. Se dovesse presentarsi questo scenario, l’inserimento non avverrà prima di giugno 2017. Ad oggi siamo in attesa dei dati anagrafici e la situazione rimane invariata.”.
La sanità italiana è in crisi e ciò si riflette in tutti gli ambiti: “il servizio italiano in materia pediatrica è un unicum – spiega Sasso –. La pediatria di famiglia in Europa non esiste: è una nostra eccellenza, svolta da professionisti specializzati che hanno studiato per anni e hanno acquisito le competenze necessarie per l’assistenza dei minori. È sicuramente un valore aggiunto all’assistenza primaria, ma gli scenari non sono rosei: le scuole di specializzazione ammettono pochi studenti e il numero dei medici diventerà insufficiente. L’assistenza, però, è destinata a migliorare con, finalmente, l’applicazione della legge n.189, la cosiddetta legge Balduzzi, con i pediatri di libera scelta che lavorino in associazione, migliorando anche la qualità del lavoro e del servizio. Ad oggi non ci sono ancora accordi convenzionali e quindi non è applicabile.”.
Argomento collaterale e che ultimamente desta molto clamore è quello dei vaccini, soprattutto legati alla “fobia meningite”: “sono sicuramente aumentate le richieste per i vaccini contro il meningococco – prosegue Sasso. A tal proposito, sono stati attivati nuovi Lea – livelli essenziali di assistenza che porteranno una modifica del calendario vaccinale: in particolare, viene offerta gratuitamente la vaccinazione contro il meningococco B per i nati dal 1° gennaio 2017.”.