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Chi deve rispondere, chi deve capire
Per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti. cantava Faber nella canzone del maggio...
Per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti. cantava Faber nella canzone del maggio...
EDITORIALE – Non so perché, ma nel silenzio assordante seguito alla pubblicazione delle prime puntate della nostra inchiesta sulla sanità, mi risuonavano in testa le note di quella vecchia canzone.
“Siete andati a cercarvi una bella grana”, mi ha detto un medico di Novi all’indomani dell’uscita dell’ultima puntata. Ecco, sinceramente, un po’ di timore me lo aveva fatto venire. Scrivere – certo, documentandolo – che un enorme mucchio di soldi pubblici potevano essere spesi meglio non è una cosa che capita tutti i giorni. Un conto è parlare di sprechi in termini generali, in modo vago, quel tanto che basta per ottenere l’attenzione del pubblico senza però prendersi troppi rischi, senza fare nomi e cognomi. E’ la politica di questi anni: un vaffa di qui, uno di là, si fanno su voti senza dire poi nulla di concreto. Senza studiare, ci vien da dire.
Noi invece abbiamo studiato (dico noi perché sono tante le persone che ci hanno aiutato in questa inchiesta, e a loro va tutta la nostra gratitudine) e pure tanto, abbiamo messo in file anni, conti, servizi, e abbiamo messo tutto giù nero su bianco. Ci aspettavamo di aver sbagliato qualcosa, sinceramente, e che ci arrivasse un comunicato, una dichiarazione, una telefonata, una mail che ci dicesse che avevamo capito male. Da un lato ci sarebbe dispiaciuto, ovviamente, e dall’altra ci avrebbe fatto piacere confermare che a pensar male avevamo fatto peccato.
Invece nulla: il grande silenzio. Il silenzio degli innocenti, ha detto qualcuno. Dei coinvolti, direbbe Faber.
Ci è arrivata una mail, in verità. Un signore, ci ha scritto che, vista la nostra attenzione ai temi della sanità, voleva segnalarci un problema: nella sala d’aspetto del laboratorio analisi fa freddo nelle prime ore del mattino. Ecco forse che cosa è successo: chi doveva rispondere, ha taciuto, e chi doveva capire, aveva freddo.
“Siete andati a cercarvi una bella grana”, mi ha detto un medico di Novi all’indomani dell’uscita dell’ultima puntata. Ecco, sinceramente, un po’ di timore me lo aveva fatto venire. Scrivere – certo, documentandolo – che un enorme mucchio di soldi pubblici potevano essere spesi meglio non è una cosa che capita tutti i giorni. Un conto è parlare di sprechi in termini generali, in modo vago, quel tanto che basta per ottenere l’attenzione del pubblico senza però prendersi troppi rischi, senza fare nomi e cognomi. E’ la politica di questi anni: un vaffa di qui, uno di là, si fanno su voti senza dire poi nulla di concreto. Senza studiare, ci vien da dire.
Noi invece abbiamo studiato (dico noi perché sono tante le persone che ci hanno aiutato in questa inchiesta, e a loro va tutta la nostra gratitudine) e pure tanto, abbiamo messo in file anni, conti, servizi, e abbiamo messo tutto giù nero su bianco. Ci aspettavamo di aver sbagliato qualcosa, sinceramente, e che ci arrivasse un comunicato, una dichiarazione, una telefonata, una mail che ci dicesse che avevamo capito male. Da un lato ci sarebbe dispiaciuto, ovviamente, e dall’altra ci avrebbe fatto piacere confermare che a pensar male avevamo fatto peccato.
Invece nulla: il grande silenzio. Il silenzio degli innocenti, ha detto qualcuno. Dei coinvolti, direbbe Faber.
Ci è arrivata una mail, in verità. Un signore, ci ha scritto che, vista la nostra attenzione ai temi della sanità, voleva segnalarci un problema: nella sala d’aspetto del laboratorio analisi fa freddo nelle prime ore del mattino. Ecco forse che cosa è successo: chi doveva rispondere, ha taciuto, e chi doveva capire, aveva freddo.