Poste: spauracchio a giorni alterni
Dovrebbe partire a settembre il ridimensionamento che prevede la consegna un giorno si e uno no. E con il servizio che viene meno molti posti di lavoro sono superflui
Dovrebbe partire a settembre il ridimensionamento che prevede la consegna un giorno si e uno no. E con il servizio che viene meno molti posti di lavoro sono superflui
“E senza il quale – ha detto Ravera senza mezzi termini – potremmo davvero chiudere i battenti”. L’introduzione del recapito a giorni alterni – pur con zone cuscinetto nelle aree urbane, che consentono almeno il recapito della posta urgente – non è stato indolore: per il centro secondario di recapito di Mombello le zone operative si sono ridotte del 32% rispetto a prima, per il centro primario di distribuzione di Casale del 30%. “Nel resto della provincia si prevede si perderà il 40% delle zone di distribuzione attuali” dice Bisio. Il che potrebbe incidere molto in aree deboli come quella dell’Ovadese, compresa nella filiale Alessandria 2 di Poste, con Acquese, Novese e Tortonese. “Un territorio – prosegue il sindacalista Cisl – dove su 108 uffici postali 81 hanno un solo operatore e di questi la maggior parte – 51 – è aperta solo tre giorni a settimana”. Sulle colline di Ovada sanno cosa significa. Senza contare che se il servizio per gli utenti si fa più rarefatto, anche il lavoro per i dipendenti sta diventando complicato.
E’ sempre la Slp a denunciarlo: “Stiamo facendo i salti mortali per coprire i turni e garantire l’apertura degli uffici. L’azienda ha incentivato l’esodo di molto personale – in vista di chiusure di sportelli poi bloccate e dell’introduzione del recapito a giorni alternati ancora al palo – e ora siamo al corto circuito. Dal gennaio 2014 al marzo 2017 in provincia sono usciti da Poste 88 impiegati e 72 postini, con 20 assunzioni nel primo caso e solo 2 nel secondo”.