Allarme gelo sulle vigne: un’altra lunga notte è passata
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Redazione - redazione@ovadaonline.net  
21 Aprile 2017
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Allarme gelo sulle vigne: un’altra lunga notte è passata

Danni ingenti nell'Ovadese per le temperature rigide degli ultimi giorni. Resistono meglio le viti più vecchie. Ma la produzione subirà tagli significativi

Danni ingenti nell'Ovadese per le temperature rigide degli ultimi giorni. Resistono meglio le viti più vecchie. Ma la produzione subirà tagli significativi

TAGLIOLO – La Coldiretti parla di danni alla produzione in alcuni casi superiori al 50%. Cammini tra i filari dell’Ovadese e, pur con le dovute differenze, il quadro sembra realistico. Viti bruciate, ma non solo. Anche i prodotti dell’orto, la frutta. “Qui l’altra notte siamo andati sotto lo zero – spiega Piero Tacchino, 82 anni e vignaiolo da 60 nella zona tra Lercaro e Tagliolo – Nella zona bassa tutto è bruciato”. La brina ha attaccato piantine già piuttosto avanti nel loro ciclo per le temperature alte delle settimane precedenti. “Ha fatto un caldo estivo nei primi giorni di aprile – racconta Roberto Porciello che a Tagliolo gestisce Cascina Boccaccio – La produzione del Dolcetto è persa per il 40% – 50%. Speriamo con le giuste condizioni di poterne recuperare una parte per l’anno prossimo”.  

“Non va molto meglio tra Rocca Grimalda e Castelletto d’Orba, zone da sempre vocate al Dolcetto. Le vigne delle parti basse sono quasi del tutto compromesse. Salendo verso la sommità delle colline qualcosa si è salvato. “Il danno è importante, inutile nasconderlo. “Dobbiamo sperare – afferma Marco Tacchino di “Forti del Vento – che le viti ricaccino ma è davvero dura. D’altronde noi siamo un’azienda naturale. E dobbiamo saper accettare quel che la natura porta. Voglio rimanere ottimista: produrremo meno ma lo faremo con la stessa qualità”.

“Hanno resistito le vigne più vecchie – aggiunge Lidia Carbonetti dell’azienda Rocco di Carpeneto – Quindi Dolcetto e Barbera hanno subito danni margianali. Sono invece compromesse Albarossa e Nebbiolo”. A Montaldo Bormida sembra essere andata meglio. “Chi ha le vigne in alto – spiega Giuseppe Ravera di Cà del Bric – s’è salvato. L’esposizione all’aria ha preservato le vigne. Nel mio caso posso dire di essere stato fortunato, il danno sarà attorno a un 10%. Ma forse qui le temperature sono state meno rigide”. 

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