Inchiesta rifiuti: “I controlli? spettavano ad Arpa”
Che qualche cosa non funzionasse negli impianti di Castelceriolo di Aral, coinvolti nell'inchiesta sul traffico illecito di rifiuti della procura di Brescia, se ne era accorto anche il servizio di vigilanza ambientale della provincia, che stava eseguendo controlli a seguito delle segnalazioni arrivate da Srt, la società di trattamento del novese, ovadese e tortonese. "I controlli spettano ad Arpa, noi rilasciamo solo le autorizzazioni". Al momento "nessun rischio ambientale"
Che qualche cosa non funzionasse negli impianti di Castelceriolo di Aral, coinvolti nell'inchiesta sul traffico illecito di rifiuti della procura di Brescia, se ne era accorto anche il servizio di vigilanza ambientale della provincia, che stava eseguendo controlli a seguito delle segnalazioni arrivate da Srt, la società di trattamento del novese, ovadese e tortonese. "I controlli spettano ad Arpa, noi rilasciamo solo le autorizzazioni". Al momento "nessun rischio ambientale"
E’ l’ente Provincia, però, che rilascia le autorizzazioni in materia di gestione rifiuti. Due quelle rilasciate ad Aral: quella relativa all’impianto di trattamento di Castelceriolo, appunto, oggetto dell’inchiesta della magistratura e quella per la discarica di Solero.
Sono 169 mila le tonnellate all’anno conferite dai comuni consorziati o esterni, come Genova e 30 mila quelli che arrivano classificati come “secchi” da Corepla, il consorzio per la plastica.
I conferimenti esterni sono quelli che facevano incassare all’azienda maggiori soldi. Ora sono vietati. “Dopo che abbiamo appreso dai giornali dell’inchiesta, abbiamo chiesto al Noe di Milano se c’erano limitazioni, oltre alle interdittive per le ditte implicate. Non abbiamo ricevuto risposta, così siamo intervenuti noi”.
C’era un controllo sui rifiuti che provengono dall’esterno? “Non esiste una normativa, è una scelta discrezionale dell’azienda. L’unico limite sono i limiti dell’autorizzazione”, risponde Coffano. Però, “dagli elementi che emergono sulle indagini della magistratura relative allo smaltimento illecito risulterebbe che alcuni impianti di Aral non funzionavano, ma erano ugualmente utilizzati. I dipendenti ci hanno confermato che c’erano materiali fermi da tempo, in attesa di trattamento”.Sempre incalzato dalle domande dei consiglieri provinciali di minoranza (la maggioranza, a parte il consigliere delegato Enrico Mazzoni, era assente) Coffano ipotizza che la il divieto ai conferimenti esterni potrà essere tolto da 2 o 3 mesi e che in 6 mesi gli impianti potrebbero tornare attivi. “Ma revocheremo la limitazione solo quando ci sarà un direttore Aral che attesta la funzionalità degli impianti”.
C’è o ci potrebbe essere un rischio ambientale per la qualità dei rifiuti non trattati secondo la legge? Il dirigente al momento, lo esclude: “si tratta di porzioni di “secco” o materiale organico non stabilizzato, le nostre discariche sono tecnicamente attrezzate per riceverlo”.
Discarica Solero
La destinazione finale dei rifiuti trattati a Castelceriolo era la discarica di Solero, per i comuni dell’assandrino, la discarica Srt di Novi e Tortona, gli impianti di termovalorizzazione.
“Da analisi effettuate sulla discarica di Solero, non risulterebbe presenza di biogas”, assicura Coffano. Segnale che la porzione “umida” della monnezza delle nostre città era stata trattata come prevede la legge.
Si fa largo, però, una questione: per quanto ancora la discarica potrà accogliere i nostri rifiuti? “Tre o quattro anni”, è la risposta. Sono in corso le procedure per l’autorizzazione di un innalzamento mentre una delle vasche è ancora da completare.
Siti alternativi, al momento, non ce ne sono. Ma qui la questione si fa più ampia e abbraccia quella che dovrebbe diventare una politica di bacino ampio, non solo alessandrino.