Libera trifola in libero bosco. Annata scarsa, i cercatori contro le ‘riserve’ per pochi
Prezzi alle stelle per i tartufi, pochi e piccoli. Ma in provincia il problema sono le tartufaie, zone di ricerca destinate a pochi. "Si riduce tutto a business, si creano solo malumori", dice il presidente dei Liberi Tartufai
Prezzi alle stelle per i tartufi, pochi e piccoli. Ma in provincia il problema sono le tartufaie, zone di ricerca destinate a pochi. "Si riduce tutto a business, si creano solo malumori", dice il presidente dei Liberi Tartufai
Così i prezzi schizzano alle stelle per il pregiato tubero del sottosuolo. “Per i pezzi da 10-15 grammi si arriva a 300 euro all’etto, pagati al cercatore”, spiega Lorenzo Tornato, acquese di 65 anni, 40 dei quali passati nei boschi a scavare con i suoi lagotti. “In provincia se ne trovano grossi come ceci. I più fortunati che trovano tartufi da oltre un etto se li fanno pagare anche 600 euro. Al dettaglio il costo sale ancora di più”.
Sulla qualità per fortuna non si discute, prosegue il presidente fondatore dell’Associazione Liberi Tartufai, “La carenza è sentita un po’ in tutta Italia. Il prodotto è ottimo e sicuramente diverso da quello che arrivava dall’Est Europa. Noi siamo per la tracciabilità dei tartufi.
Tuttavia la raccolta, in peso, è inferiore di oltre il 50%”.
Questo ‘liberi’ sottolineato più volte a formare l’acronimo ALT racconta di una diatriba ancora n corso tra i trifolau ‘monopolisti’, che possono godere di tartufaie in esclusiva. “Oltre ai fondi chiusi legittimamente dai proprietari esistono terreni concessi dagli enti pubblici solo a pochi residenti di quel comune o di una determinata zona”. Così invece di andarci 50 cercatori ce ne vanno 10. Il vantaggio è evidente: zone in esclusiva e un guadagno maggiore. “Si riduce tutto a puro business, non più a divertimento. Si svilisce la tradizione dei tartufai, che in provincia sono almeno duemila (un centinaio loro associati)”, conclude Tornato.
In più i cartelli sono posizionati male, non si capiscono bene i confini. I controllori, poi, non ci sono per mancanza di personale e per difficoltà oggettive di monitorare un territorio provinciale vastissimo ed eterogeneo.
E i Comuni continuano a concederle, sulla base di chissà quali interessi di campanile. “Intere vallate vengono riservate solo ai residenti”, lamenta il presidente ALT, “Chiederemo in Provincia una moratoria contro le tartufaie”.
Il rischio è quello di esacerbare gli animi tra i cercatori. Tornato parla di ‘frizioni’, eufemismo, dal momento che gli hanno tagliato un paio di volte le gomme dell’auto e sarebbero arrivati persino a minacciarlo pesantemente.