Davide Cassani tiene a battesimo il Museo della bicicletta di Alessandria
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G. P. - redazione@alessandrianews.it  
1 Dicembre 2017
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Davide Cassani tiene a battesimo il Museo della bicicletta di Alessandria

Grandi ospiti della bicicletta di ieri e di oggi all'inaugurazione di AcdB, mostra permanente delle biciclette. L'intento è fare sistema con i Campionissimi e Castellania. Sarà un gruppo compatto, o uno dei tre è pronto per la fuga in solitaria?

Grandi ospiti della bicicletta di ieri e di oggi all'inaugurazione di AcdB, mostra permanente delle biciclette. L'intento è fare sistema con i Campionissimi e Castellania. Sarà un gruppo compatto, o uno dei tre è pronto per la fuga in solitaria?

ALESSANDRIA – C’era anche il Commissario Tecnico della nazionale italiana di ciclismo su strada Davide Cassani – conosciuto anche per i moltissimi Giro d’Italia commentati per la TV – a fare i migliori auguri al neonato museo AcdB, acronimo che sta per Alessandria città delle biciclette. Dal Commissario frasi di prassi e ringraziamento: uno che ha incominciato ad amare il ciclismo fin da piccolo: non poteva che salutare felicemente un museo dedicato alla sua grande passione. Qualche sedia più in là, la due volte campionessa olimpica Antonella Bellutti, ‘madrina’ dell’inaugurazione, ha preferito vedere nella bici un simbolo di libertà e di emancipazione femminile: “L’unica catena che ci rende liberi è quella della bicicletta. Purtroppo anche le cicliste più brave sono considerate dilettanti. Lottiamo ancora per il professionismo femminile”.

Da sogno a mostra – sotto l’egida della Camera di Commercio – fino alla realizzazione di una permanente al terzo piano di Palazzo del Monferrato, nel cuore di Alessandria. AcdB ha tutte le caratteristiche per diventare il punto di riferimento della cultura cicloturistica della provincia di Alessandria, con buona pace della diplomazia di prammatica da ultimi arrivati nel panorama museale sportivo. Nessuno dei suoi fondatori lo vuole ammettere, anzi, l’intenzione è di fare rete con il museo dei Campionissimi e con i paese-mausoleo di Castellania. Ma il rischio per Novi e per i suoi Campionissimi è di far la fine di un gregario, proprio per com’è concepito un museo che di fatto abbraccia storia, cultura, emozioni, design, concept. Partendo dalla produzione del mezzo di locomozione, importato dalla Francia da un birraio mandrogno a fine ‘800.

Nel 1867 l’imprenditore Carlo Michel portò in città dall’Expo di Parigi il primo velocipede mai visto in Italia. Tanti costruttori alessandrini firmarono con sapienza biciclette da passeggio e da corsa (soprattutto nel passato remoto dello sport italiano), consegnando alla città una fama (ormai lontana) di velocipedisti. A partire da Maino, ma prima ancora Montù e Castagneri. Le storie imprenditoriali di Pizzorno, Amerio, Gerbi, Quattrocchio, Girardengo, Validior, Peloso… via via il mezzo dei poveri si è ammantato di fascino grazie alle corse su strada, ai primi campioni, alle rivalità di campanile tra l’astigiano Diavolo Rosso Gerbi e il tortonese ‘Manina’ Cuniolo. Inevitabile che il racconto di una mostra proseguisse sulla strada dei ricordi, dei cimeli sportivi e di tanto altro sul mondo del ciclismo.

Così attorno alla mostra-evento dell’anno scorso, Alessandria ha visto crescere interesse ed eventi: dalla semplice ciclo-storica Maino Day alla rinascita del Circolo Velocipedisti Alessandria, club di fine ‘800 per super ultras della ruota a raggi. Un’unica storia che racconta la vocazione dell’artigianato della bicicletta che diventa oggetto di stile, e guarda al futuro come ‘soluzione’ ecologica.

Alessandria delle biciclette e Novi città dei Campionisimi, con Castellania lì in mezzo, santuario per gli amatori del pedale. Sergio Vallenzona, sindaco del paesino di Fausto e Serse Coppi spera nella collaborazione di tutti e nella ‘sintonia’ con cui la Camera di Commercio di Alessandria si è attivata in modo entusiastico nel creare in pochi mesi una realtà fino ad allora solo raccontata.

La rete, appunto. Il territorio, infatti, con le sue strutture, i percorsi cicloturistici di collina e di pianura, con le manifestazioni ciclo-storiche e soprattutto con la presenza di un ampio numero di appassionati, può proporsi credibilmente per raccontare la straordinaria storia degli inizi e dell’affermazione dello sport delle due ruote in Piemonte e in Italia.

Roberto Livraghi, segretario generale della Camera di Commercio è l’ambasciatore di Acdb. Ricorda i patrocini del Ministero dello Sport, del CONI e delle federazioni di ciclismo, anche quella internazionale. Professa comunque un ‘basso profilo’: “Non vogliamo sgomitare per guadagnare spazio, ma per fare sistema. Vogliamo fare un triangolo, ognuno con la propria autonomia, seppur insieme per il territorio e per il ciclismo”.

Più entusiastiche le parole del Sindaco Gianfranco Cuttica di Revigliasco: “Siamo in grado di offrire al mondo intero ciò che è stato il patrimonio culturale, di tradizione ma anche economico, di una realtà che sul tema specifico della bicicletta ha dato campioni, realizzatori, costruttori, aziende, personaggi che hanno comunicato al mondo questi elementi. Ne dobbiamo andare tutti fieri, una fierezza fondamentale per un territorio che ha voglia di aprirsi al mondo senza rimanere nei ristretti confini”.

Il neonato museo alessandrino non si limita a raccontare il mezzo meccanico in sé. La carovana di storie inizia da lì, ma come una corsa a tappe, tocca più panorami. Dalla pista di Alessandria (circuito permanente, teatro di gare nazionali. Ora il suo ricordo è nel nome del quartiere) alla nascita del giornalismo sportivo con il Giro d’Italia. Ma non solo. Bicicletta nella società, un excursus ai campioni (o campionissimi) di ieri, il centro studi per proseguire nella ricerca dei cimeli e mantenere vivi i ricordi che rischiano di ingiallirsi come la maglia del Tour. È stato addirittura siglato un gemellaggio con un il Museo del Ciclismo Madonna del Ghisallo di Como, con tanto di scambio di pezzi unici. La permanente mischia oggetti d’epoca con contributi multimediali, testimonianze-video, memorabilia private.

C’è spazio per tutta la cultura a pedali, a Palazzo Monferrato. E da parte degli organizzatori c’è tutta la voglia di non recitare la parte dei comprimari.

Una sana competizione sportiva all’interno della stessa squadra non ha mai fatto male, e c’è da scommettere che nessuno abbia voglia di indossare la maglia nera. Ma il rischio è che l’attenzione mediatica e turistica si sposti sempre di più verso Alessandria, da cui parte il circuito. Il presidente della federazione ciclistica Renato di Rocco ha forse capito tutto: “L’ambizione dichiarata è di estendere oltre i confini regionali la mappa, nella prospettiva di realizzare un’autentica rete nazionale di musei del settore”. Il Se il gruppo rimarrà compatto ci saranno benefici per tutti.

A parte le mattinate dedicate alle scolaresche, il museo è visitabile venerdì dalle 16 alle 19, sabato e domenica dalle 10 alle 13, e dalle 16 alle 19. www.acdbmuseo.it

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