Il decalogo anti truffa dei carabinieri distribuito nelle parrocchie e nelle farmacie
Un decalogo anti truffa con i consigli dell'Arma del Carabinieri su come evitare i raggiri e come comportarsi in caso di necessità. L'opuscolo è in distribuzione nei centri di aggregazione, nelle farmacie e nelle parrocchie
Un decalogo anti truffa con i consigli dell'Arma del Carabinieri su come evitare i raggiri e come comportarsi in caso di necessità. L'opuscolo è in distribuzione nei centri di aggregazione, nelle farmacie e nelle parrocchie
L’iniziativa è stata voluta fortemente dall’arma dei Carabinieri e presentata ieri nella sede della Prefettura di Alessandria. Il decalogo è stato pubblicato il 30 mila copie, grazie ad un contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, ed è inserito all’interno della rivista Il Carabiniere.
Un linguaggio semplice e chiaro, con immagini esplicative, che tentano di spiegare come comportarsi nel caso in cui si abbia il sospetto di essere vittime di truffe.
Ad esempio: attenzione a chi propone, suonando alla porta di casa, offerte vantaggiose, a chi chiede denaro contante per pagamenti di assicurazioni o risarcire presunti debiti di parenti (la classica frase: “suo figlio/a ha acquistato un cellulare nel mio negozio ma non lo ha pagato, se non saldate, videnuncio”. Tutto falso, ovviamente); creare buone relazioni sociali ad esempio con i vicini di casa ai quali chiedere aiuto in caso di necessità. Su tutti vale la regola di chiamare il 112 in caso di dubbio.
Un reato “vile e vigliacco, perchè colpisce soprattutto le fasce più deboli della popolazione, come gli anziani”, ha sottolineato il prefetto Romilda Tafuri.
Il danno subito dalla vittime non è infatti solo quello materiale,”ma è anche psicologico perchè va a compromettere l’autostima di chi ha già dato tanto per la società”.
Secondo il colonnello Scandone, nell’alessandrino “in provincia non c’è una vera e propria emergenza sociale ma è comunque presente”.
“Molto spesso in zona agiscono – ha spiegato il procuratore della Repubblica Tiziano Masini – bande di nomadi piemontesi, quindi senza particolari tratti somatici distintivi”. Statisticamente, non è facile “incastrarli” e portarli in tribunale, “ma il nostro consiglio è quello di sporgere in ogni caso una denuncia” che consente, quanto meno, di poter svolgere indagini.
“Su tutti – conclude Scandone – vale l’accortezza di chiamare le forze dell’ordine nel caso in cui si presenti alla porta un sedicente tecnico del gas, della luce o un falso appartenente alle forze dell’ordine”.
L’ordine del Farmacisti e le quattro diocesi della Provincia hanno assicurato la propria collaborazione nel diffondere l’opuscolo.