Il lavoro c’è, mancano gli artigiani. I mestieri in via di estinzione
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G. P. - redazione@alessandrianews.it  
28 Maggio 2018
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Il lavoro c’è, mancano gli artigiani. I mestieri in via di estinzione

Carpentiere metallico, pasticcere, idraulico, sarto... Sono lavori in cerca di giovani volenterosi. Confartigianato lancia l'allarme socioeconomico sul perché stanno scomparendo, sebbene ci siano richieste. Un indizio: i turni...

Carpentiere metallico, pasticcere, idraulico, sarto... Sono lavori in cerca di giovani volenterosi. Confartigianato lancia l'allarme socioeconomico sul perché stanno scomparendo, sebbene ci siano richieste. Un indizio: i turni...

 LAVORO – Se già da molto tempo circolano battute su come sia difficile trovare un idraulico, figuriamoci tra dieci anni, quando per mancanza di ricambio generazionale di ‘stagnini’ ce ne saranno ancora meno. Si dirà che sono più rari degli orsi panda, ma purtroppo non farà molto ridere. È la triste realtà confermata da Confatigianato che recentemente ha lanciato l’allarme sulle professioni che stanno scomparendo. E i motivi sono tanti.

In provincia di Alessandria si fatica a trovare carpentieri nel settore metalmeccanico, professionalità qualificate ma che nell’immaginario collettivo non hanno lo tesso appeal dell’influencer o del cantante trap, ma che se svolti con dedizione e sacrificio potrebbero dare più soddisfazioni economiche di tanti aspiranti fashion blogger o social manager.

Problema numero uno: la scuola. “Per certi profili professionali la scuola non è più sufficiente, il diploma non basta a dare la garanzia di una formazione base. E poi sforniamo lauree brevi che non danno sbocchi…”, Piero Gulminetti, segretario provinciale Confartigianato spera molto nell’alternanza scuola-lavoro e soprattutto nei contratti di apprendistato, indispensabili per porre le basi di esperienza. “Nei servizi alla persona come le estetiste il lavoro si trova, proprio perché esistono corsi mirati”. Ma non è solo per quello.
Arriviamo così al problema numero due: la passione e il sacrificio. “Manca la flessibilità nei giovani, la disponibilità a lavorare su turni”. Poca attitudine al sacrificio sentenzia Gulminetti, che rimarca il fatto che imparare un mestiere comporti una crescita costante, ma non priva di fatica. Tutti a fare i cacke designer ma nessuno che lavori in una pasticceria anche la domenica mattina. Esagerati, provocatori questi artigiani? Mancano anche sarti, fabbri ed elettrotecnici, i lavori dei nostri padri, che per l’appunto continuano a fare solo loro. 

Problema numero tre (apriti cielo): è una questione sociale e culturale già delle nostre famiglie che alcuni lavori manuali siano malvisti: “D’accordo i lavori intellettuali, ma siamo sicuri che servano tute queste lauree brevi?”. E poi: “I giovani devono capire che sacrifici ed esperienza vanno di pari passo, e che a 20 anni senza competenze non puoi avere uno stipendio da manager”.

Eccezion fatta per quei mestieri svolti per “mera sopravvivenza” (call center, food deliver…) senza possibilità di crescita, il lavoro in un’azienda da operaio specializzato sarà . Quasi come un laureato. Ma per chi si mette in proprio arriverà il problema numero quattro: la burocrazia. “Si perde più tempo a star dietro alle carte che a lavorare”.

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