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Imprenditore agricolo patteggia sei mesi di pena: aveva impiegato manodopera irregolare
Un imprenditore agricolo di Castelnuovo ha patteggiato la pena di 6 mesi e 10 mila euro di multa (pena sospesa) per aver impiegato manodopera irregolare nella sua azienda. Cinque di quei lavoratori, di nazionalità marocchina sono ancora in attesa del permesso di soggiorno per motivi umanitari. Il comitato del Presidio Permanente è intenzionato a proseguire la battaglia sul piano civile
Un imprenditore agricolo di Castelnuovo ha patteggiato la pena di 6 mesi e 10 mila euro di multa (pena sospesa) per aver impiegato manodopera irregolare nella sua azienda. Cinque di quei lavoratori, di nazionalità marocchina sono ancora in attesa del permesso di soggiorno per motivi umanitari. Il comitato del Presidio Permanente è intenzionato a proseguire la battaglia sul piano civile
Il procedimento penale scaturisce dalla denuncia dei braccianti che hanno prestato lavoro nell’azienda dove, nell’agosto 2015 ci fu un controllo da parte dei carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro di Alessandria.
Secondo quanto riporta il Presidio permanente di Castelnuovo, movimento nato in difesa dei braccianti del tortonese, nell’azienda che fa capo ad Angeleri, a Guazzora, erano impiegati una quarantina i braccianti nella lavorazione, confezionamento e commercializzazione di prodotti agricoli, per la maggior parte di origine indiana e marocchina.
Nel corso dei controlli dei carabinieri, erano stati trovati cinque braccianti marocchini “in nero” e senza permesso di soggiorno, impegnati a raccogliere patate e altri prodotti agricoli.
Pochi euro all’ora, era il compenso per il lavoro nei campi o nel campannone.
A difesa dei braccianti si è schierato, come nel caso dell’azienda Lazzaro il comitato Presidio permanente di Castelnuovo che ora commenta “giustizia non è fatta”.
Al di là della battaglia legale, che ora proseguirà per via civile, ai lavoratori irregolari avrebbe dovuto essere riconosciuto un permesso di soggiorno per motivi umanitari. “Ma a distanza di anni, non è ancora avvenuto”. Chiederanno quindi un incontro in prefettura per tentare di sbloccare una situazione in stallo da tempo. Non solo. Il Presidio, con gli gli avvocati Gianluca Vitale e Maura Martinelli, evidenzia che, come avvenne per il caso Lazzaro “i colpevoli restano di fatto in puniti”. “Spiace prendere atto – dice l’avvocato Vitale – dell’atteggiamento di questa Procura. Sono sentenze che invece di fare emergere situazioni di sfruttamento e lavoro irregolare, disincentivano anche chi sarebbe intenzionato a denunciare tali situazioni”.