Giovane donna accusata di aver maltrattato il figlioletto e di omicidio preterintenzionale di un anziano
La difesa ha chiesto il rito abbreviato per l'omicidio preterintenzionale dell'anziano ma la corte d'Assise ha respinto la richiesta. La donna, ventisettenne, è accusata di aver maltrattato il figlio piccolo, al quale dava da mangiare anche dadi e pomodori pelati crudi, e di aver provocato la caduta del padre del compagno, deceduto dopo qualche mese
La difesa ha chiesto il rito abbreviato per l'omicidio preterintenzionale dell'anziano ma la corte d'Assise ha respinto la richiesta. La donna, ventisettenne, è accusata di aver maltrattato il figlio piccolo, al quale dava da mangiare anche dadi e pomodori pelati crudi, e di aver provocato la caduta del padre del compagno, deceduto dopo qualche mese
Era accaduto, tra il 2013 e il 2014, a Pontecurone dove Cristina Saitta viveva nella casa del compagno, insieme ai genitori di lui e al figlioletto. Il caso era scoppiato perchè la sera del 5 maggio 2013 l’anziano genitore, di 76 anni, Gianfranco M, cadde a terra, sbattendo la testa contro uno spigolo. L’uomo morì nel settembre dello stesso anno, dopo un ricovero in ospedale.
Secondo l’accusa, il decesso sarebbe avvenuto a causa delle ferite riportate con la caduta. A ricostruire la vicenda erano stati i carabinieri, che avevano indagato sul caso. Quel giorno sarebbe scoppiata una lite tra la giovane donna e la madre del compagno, poi divenuta sua suocera. Nel tentativo di dividere le due donne, Gianfranco era stato spintonato ed era caduto a terra battendo la testa.
Sempre nel corso delle indagini era poi emerso un altro aspetto, i maltrattamenti della giovane mamma nei confronti del figlio piccolo. In un contesto di difficoltà economiche e tensione, la donna – secondo l’accusa – si “irritava” nel sentire il piccolo piangere e, per farlo “tacere” lo colpiva al volto con sonori ceffoni. Qualche volta si trattava “solo” di sgridate, altre volte arrivava ad alzare le mani. Secondo l’accusa, sostenuta dal pubblico ministero Lisa Iovine, il piccolo veniva nutrito a volte con cibi crudi, dadi o pomodori pelati, che gli provocavano però dolori allo stomaco. Ma se si rifiutava di mangiare, volavano altri schiaffi. Il bambino, a seguito di quanto emerso, è stato tolto alla donna e affidato ad una comunità.
Il sede di udienza preliminare, l’avvocato di difesa, Pasqualina Mercorella, aveva chiesto di poter procedere distintamente sulle due accuse e di essere ammessa la rito abbreviato, condizionato ad una perizia psichaitrica, per il reato di omicidio. Richiesta respinta dal gup e reiterata ieri, davanti alla corte d’Assise presieduta dal giudice Stefania Nebiolo Vietti. La corte ha nuovamente rifiutato la richiesta della difesa. Si torna in aula il prossimo 1° luglio 2019 per l’udienza durante la quale saranno ascoltati i primi testimoni.