Novi-Tortona, dopo l’ospedale ora lo scontro è sui servizi sociali
I consorzi dei servizi sociali di Novi e Tortona sono destinati a essere accorpati. Ma è già scontro su chi dovrà guidare il nuovo ente e come dovrà essere finanziato. E Muliere chiama a riunione la nuova Consulta della sanità
I consorzi dei servizi sociali di Novi e Tortona sono destinati a essere accorpati. Ma è già scontro su chi dovrà guidare il nuovo ente e come dovrà essere finanziato. E Muliere chiama a riunione la nuova Consulta della sanità
NOVI LIGURE – Non sono poche le sfide che la sanità dovrà affrontare nei prossimi mesi. Il San Giacomo è diventato l’ospedale di riferimento per un territorio molto vasto che comprende anche parte del tortonese e dell’ovadese, e ha bisogno di essere potenziato soprattutto sul fronte del personale. Anche perché la popolazione invecchia e sono necessari servizi appositi. Inoltre, le attività socioassistenziali fino a oggi in capo al Csp di Novi dovrebbero passare a una nuova struttura gestita insieme a Tortona.
Insomma, il momento è cruciale, ma i sindaci che compongono l’assemblea del Distretto sanitario Novi-Tortona non riescono a fare fronte comune. Anzi, non riescono nemmeno a riunirsi e a nominare un presidente che possa andare a trattare con la dirigenza dell’Asl. Il motivo non è difficile da intuire: i tortonesi temono che allo “scippo” dell’ospedale i novesi facciano seguire anche quello dei servizi sociali. Da qui lo stallo istituzionale, non semplice da risolvere visto che ci sono una settantina di sindaci coinvolti.

Tra i sorvegliati speciali messi sotto la lente d’ingrandimento dalla Consulta, però, non c’è solo l’ospedale di via Raggio. «In Regione è in discussione un disegno di legge che prevede una riorganizzazione del settore sociosanitario – ha detto Orlando – Tra le previsioni, c’è anche l’accorpamento degli enti che si occupano di servizi sociali, come il nostro Csp, che oggi in Piemonte sono 51 (contro le 13 Asl e i 33 Distretti sanitari)».
Il Consorzio novese oggi presieduto da Ippolito Negro dovrebbe essere accorpato all’omologo di Tortona, il Cisa. E i tortonesi, visto che hanno di fatto perso l’ospedale, intendono prendere la guida del nuovo ente unico. Non è una questione da poco: i consorzi dei servizi sociali vengono finanziati dai Comuni, con una cifra che varia in base alla popolazione residente. Nonostante abbiano più o meno lo stesso numero di abitanti, a Novi il consorzio funziona con una somma molto più bassa di quella erogata da Tortona. «Ma il livello dei servizi è il medesimo», ha specificato Muliere. Come dire: noi spediamo meglio i soldi a disposizione e l’accorpamento ci penalizzerebbe.
Il tema è già all’ordine del giorno, anche se all’unione dei consorzi sociali di Novi e Tortona mancano ancora tre anni, perché la discussione sul nuovo disegno di legge è già in corso. «Abbiamo aperto una discussione con i sindaci del novese, studieremo una serie di emendamenti che invieremo alla Regione per migliorare il testo legislativo prima che arrivi in aula per l’approvazione», ha affermato il primo cittadino di Novi. Anche Orlando ha rivolto un appello ai politici: «Il momento è molto importante, bisogna superare le divergenze di campanile e pensare al bene comune».