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La Provincia in dissesto? Consiglieri e sindaci chiamati a votare un bilancio che non chiude
Il bilancio (preventivo) provinciale del 2018 all'esame del consiglio di palazzo Ghilini e, subito dopo, dell'assemblea dei 188 comuni. Il documento presenta un buco di 10,7 milioni di euro. Due le vie: approvarlo, ammettendo il disavanzo o non votarlo, rischiando il commissariamento
Il bilancio (preventivo) provinciale del 2018 all'esame del consiglio di palazzo Ghilini e, subito dopo, dell'assemblea dei 188 comuni. Il documento presenta un buco di 10,7 milioni di euro. Due le vie: approvarlo, ammettendo il disavanzo o non votarlo, rischiando il commissariamento
Oggi, giovedì, i consiglieri provinciali saranno chiamati a prenderne atto. Subito dopo toccherà all’assemblea dei 188 comuni, convocati al castello di Marengo. Il presidente Gianfranco Baldi ha spiegato più volte che il disavanzo sia dovuto ai mancati trasferimenti statali e alla riforma lasciata a metà dal decreto Delrio. Il referendum costituzionale avrebbe dovuto mettere fine al capitolo sulle provincie, già trasformati in enti di secondo grado e prosciugati dell’autonomia finanziaria. Ma il referendum fu bocciato e tutte le province d’Italia si sono ritrovate in mezzo al guado.
Negli anni scorsi sono stati fatti tagli (su costi di personale, sull’organo esecutivo, su rimborsi spese…) ma, quest’anno, il buco è diventato voragine e solo un intervento delle Stato centrale lo può riparare. Il bilancio deve essere comunque approvato, ammettendo il deficit e proponendo un piano di rientro. L’alternativa sarebbe non approvare nulla ed andare al commissariamento.
La giunta presieduta da Baldi sembrerebbe orientata alla prima ipotesi: approvazione e piano di rientro. Con la velata speranza che, nel frattempo, la legge venga modificata o che lo Stato ci metta una pezza.
L’anno scorso a fare quadrare i conti era stata la vendita dell’ala di palazzo Ghilini che ospita la Prefettura, agli uffici centrali. Dopo la vendita della ex colonia di Arenzano, da mettere sul mercato resta ormai poco. Ci si proverà, ma è fuori discussione che la vendita di beni come la colonia di Caldirola, l’ex caserma dei carabinieri di via Cavour, e il palazzo tra via Fiume e Spalto Marengo possa concludersi in tempo per salvare i conti del 2018.