Quel ragazzino buono e riservato che ha deciso di farla finita
Prima di iniziare l'istituto alberghiero a Tortona il 14enne morto a Torino nel giorno di Capodanno aveva frequentato le scuole medie a Novi. Il giovane aveva anche partecipato a un progetto antiviolenza. Ma dietro la sua morte non ci sarebbe l'ombra del bullismo: "Ce ne saremmo accorti", dicono gli insegnanti
Prima di iniziare l'istituto alberghiero a Tortona il 14enne morto a Torino nel giorno di Capodanno aveva frequentato le scuole medie a Novi. Il giovane aveva anche partecipato a un progetto antiviolenza. Ma dietro la sua morte non ci sarebbe l'ombra del bullismo: "Ce ne saremmo accorti", dicono gli insegnanti
A febbraio del 2018, le scuole medie del territorio avevano patrocinato un incontro sul bullismo al Museo dei Campionissimi. E. era stato tra gli studenti più attivi nell’organizzare l’iniziativa, ricorda la docente del Boccardo Nicoletta Rapetti, referente dei progetti antibullismo dell’istituto comprensivo 2. «Su internet aveva trovato un video che considerava particolarmente adatto al tema e vincendo la sua naturale timidezza l’aveva proposto ai compagni. Così il filmato era stato proiettato al Museo e lui era intervenuto di fronte a tutti i suoi coetanei riuniti per spiegarne il significato».
Nonostante il tema gli stesse particolarmente a cuore, non ci sarebbe però l’ombra del bullismo dietro la morte di E.: «A scuola ce ne saremmo accorti», dice ancora Nicoletta Rapetti. Forse il 14enne novese è rimasto vittima della propria sensibilità, di un male di vivere conosciuto davvero troppo presto, quando ancora non aveva gli strumenti caratteriali per difendersene. Rimasto orfano di padre, divideva la propria esistenza tra Novi, Tortona (frequentava il primo anno dell’istituto alberghiero Santa Chiara) e Torino, dove abita il nonno. Era andato da lui per qualche giorno, per trascorrere le feste. Poi la decisione di farla finita nel giorno di Capodanno, ad appena 14 anni. Poco prima – verso le 16.30 – aveva mandato un messaggio ai familiari, che erano usciti per cercarlo senza arrivare in tempo per evitare la tragedia. Perché è successo forse non lo sapremo mai, ma possiamo almeno provare a evitare che accada ancora. Le parole sono ancora dell’insegnante di E.: «Ascoltare i ragazzi, dare regole e farle rispettare, accettare i loro silenzi, proporre esempi positivi, trascorrere più tempo con loro».