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Cassa integrazione, impennata di richieste. “E’ ancora l’unica alternativa ai licenziamenti”
Il sindacato Uil ha reso noti i dati sul ricorso alle ore di cassa integrazione ordinaria e straordinaria. In calo, anche in provincia, il ricorso alla cassa ordinaria ma, nell'ultimo mese, è quasi triplicata la straordinaria. Gregori: Purtroppo è rimasta l'unica alternativa ai licenziamenti. Solo così si sono salvati posti di lavoro
Il sindacato Uil ha reso noti i dati sul ricorso alle ore di cassa integrazione ordinaria e straordinaria. In calo, anche in provincia, il ricorso alla cassa ordinaria ma, nell'ultimo mese, è quasi triplicata la straordinaria. Gregori: ?Purtroppo è rimasta l'unica alternativa ai licenziamenti. Solo così si sono salvati posti di lavoro?
A livello regionale più di 1/3 delle ore nazionali di cassa integrazione straordinaria sono state richieste da aziende lombarde e piemontesi (rispettivamente 33 e 27,7 milioni di ore). A livello provinciale, sono 35mila le ore di cassa integrazione ordinaria nel mese di ottobre e 43.052 nel mese di novembre. Quelle straordinarie salgono da 75.365 ad ottobre a 203.100 a novembre. Rispetto agli stessi periodi dell’anno precedente, il 2017, si registra complessivamente un +226,5%.
In un periodo temporale più lungo, da gennaio a novembre, nel 2018 si sono consumate 513.032 ore di cassa ordinaria e 1.535.863 di straordinaria.
“Il nodo del problema, che come sindacato abbiamo più volte sottolineato, è che sono state adottate a livello di governo misure per contenere il ricorso agli ammortizzatori senza prima intervenire con politiche attive per la creazione di nuovo lavoro”. Tanto che Uil stima, a livello nazionale, che il ricorso alla cassa integrazione abbia “salvato”, seppure temporaneamente, oltre 100 mila posti di lavoro.
Gregori sottolinea anche il dato preoccupante del ricorso alla cassa integrazione nel settore dell’edilizia dove, a causa delle dimensioni medio piccole di molte imprese, è difficile monitorare il fenomeno. “Ci sono poi tanti casi di aziende che ricorrono agli ammortizzatori che fanno poco ‘clamore’ a livello mediatico, perchè si tratta di piccoli numeri. Non per questo sono meno gravi”.