Confindustria: vince il pessimismo all’ombra della crisi
La prima indagine congiunturale 2019 di Confindustria apre l'anno all'insegna del pessimismo. Si teme un calo di ordinativi, compensati solo in parte dall'export. Stabili investimenti ed occupazione. Su Pernigotti: "auspichiamo una svolta positiva anche se la proprietà ha dimostrato rigidità"
La prima indagine congiunturale 2019 di Confindustria apre l'anno all'insegna del pessimismo. Si teme un calo di ordinativi, compensati solo in parte dall'export. Stabili investimenti ed occupazione. Su Pernigotti: "auspichiamo una svolta positiva anche se la proprietà ha dimostrato rigidità"
Si teme un calo degli ordinativi nazionali, compensati solo parzialmente dalla tenuta dell’export. Non siamo ai livelli degli anni più neri della crisi, ma poco di manca. “A novembre la produzione industriale è rilevata in calo, a livelli che non si toccavano dal 2014 e dopo due anni di andamenti positivi”, spiega il presidente Miglietta.
A pesare sulle previsioni sono anche le aspettative di un calo del Prodotto Interno Lordo in Italia e lo spettro recessione in Europa.
Non c’è settore in provincia che faccia eccezione alla ventata di pessimismo, rilevata dal metalmeccanico all’alimentare.
Nelle previsioni degli imprenditori intervistati da Confindustria, dovrebbe restare invariato il livello occupazione e il ricorso alla cassa integrazione ma – dato tutto sommato positivo, o almeno non negativo – si mantiene alta la propensione ad investire.
“I dati di questa indagine congiunturale rivelano meno ottimismo – commenta il presidente Maurizio Miglietta – Le segnalazioni di difficoltà dell’economia in questo periodo sono molteplici, e non riguardano solo il nostro Paese. E la stessa Banca d’Italia rileva l’aumento del pessimismo. In uno scenario come quello attuale la nostra provincia non può differenziarsi. Oggi preoccupa soprattutto il segnale relativo agli ordini, che è solo parzialmente controbilanciato da previsioni leggermente migliori sull’export. E preoccupano i dati dei settori, in particolare il metalmeccanico, mentre lo stesso alimentare che nelle indagini nazionali appare come il più performante nella nostra provincia incontra una difficoltà aziendale che influisce non positivamente sulle previsioni complessive”.
Un elemento emerge, inoltre, dall’indagine: aumenta la forbice di diseguaglianza tra le aziende che registrano risultati positivi e quelle che, invece, sono in difficoltà. In pratica, chi va bene, va sempre meglio; chi va male, va malissimo.
Di fronte a questo quadro non rassicurante, la linea d’azione è quella di “sostenere le imprese, confidando nella ripresa”.
Una maggiore attenzione va messa, poi, nel sostegno delle aziende che guardano all’innovazione, soprattutto in un territorio, come l’alessandrino, dove ci sono ampie zone che non hanno adeguate infrastrutture, come la banda larga.
Nota a margine, ma non di secondaria importanza, sulla vicenda Pernigotti di Novi, seguita con attenzione anche da parte di Confindustria. “Confidiamo in una svolta positiva – dice il direttore dell’associazione degli industriali – anche se non possiamo che rilevare una certa rigidità da parte della proprietà. C’è tuttavia la volontà anche di altre imprese sulla piazza per venire in aiuto in caso di terziarizzazione della produzione”.