Tagliarono un ditino per errore alla neonata: “come glielo spiegherò a mia figlia?”
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I.N. - irene.navaro@alessandrianews.it  
22 Gennaio 2019
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Tagliarono un ditino per errore alla neonata: “come glielo spiegherò a mia figlia?”

Prima udienza ieri, lunedì, in tribunale ad Alessandria, a carico di due operatrici sanitarie dell'azienda ospedaliera accusate di aver tagliato per errore la falange del dito indice della mano destra ad una neonata. L'episodio risale al 2016. Il padre: "mi dicano almeno cosa è successo, come glielo spiegherò a mia figlia quando sarà cresciuta"

Prima udienza ieri, lunedì, in tribunale ad Alessandria, a carico di due operatrici sanitarie dell'azienda ospedaliera accusate di aver tagliato per errore la falange del dito indice della mano destra ad una neonata. L'episodio risale al 2016. Il padre: "mi dicano almeno cosa è successo, come glielo spiegherò a mia figlia quando sarà cresciuta"

CRONACA – Prima udienza ieri, lunedì, in tribunale ad Alessandria, a carico di due operatrici sanitarie dell’azienda ospedaliera accusate di aver tagliato per errore la falange del dito indice della mano destra ad una neonata. L’episodio risale al 2016.
La piccola, figlia di una coppia residente a Sant’ Agata Fossili, viene al mondo con taglio cesareo, all’ospedale civile di Alessandria. Le viene applicata una piccola cannula ed un cerotto al ditino, per potere fare delle infusioni di glucosio. Al momento di rimuovere il cerotto e la cannula, la forbice affonda la lama anche sulla tenera carne della piccola, portando via l’ultima falange del ditino. La piccola viene trasferita all’ospedale Regina Margherita di Torino dove i medici tentano un intervento per riattaccare la falange, ma l’operazione non ha successo. 

A giudizio ci sono Anna Maria Felisati, 51 anni, (difesa dall’avvocato Vittorio Gatti) e Loretta Scotti, 53, difesa da Piero Monti mentre i genitori della piccola, Fabrizio Moreira, 31 anni e Natalia Andrea Garcia, 36, residenti a Sant’Agata Fossili, si sono costituiti parte civile con l’avvocato Giuseppe Lanzavecchia.
Durante il processo penale si dovrà stabilire l’eventuale natura colposa delle lesioni. L’avvocato di parte civile vorrebbe definire in sede civile la misura del risarcimento danni. Se ne è discusso, in via preliminare anche ieri. Una perizia di parte dell’azienda ospedaliera quantifica l’invalidità che deriva dall’incidente al 5%; secondo quella della parte civile è del 13%. L’Aso ha proposto ieri  una transazione pari a venti mila euro.

“Una cifra insufficiente”, sostiene l’avvocato di parte civile. Il giudice avrebbe potuto ritenere l’offerta congrua e proporre la chiusura del processo. Ma così non è stato.
La prossima udienza è stata fissata il 28 marzo, quando si ascolteranno i primi testimoni dell’accusa. Ora la piccola ha poco meno di tre anni: “a breve andrà all’asilo e non potrà fare una serie di gesti, che dovrebbero essere naturali, come allacciarsi il grembiulino – racconta il padre – Non ho mai avuto nessuna spiegazione di quel che è accaduto e non so come raccontarlo a mia figlia, quando me lo chiederà, una volta cresciuta”.
“Per ora è ancora piccola, imparerà a scrivere con la mano sinistra, anche se non è mancina. Ma anche da grande non potrà fare probabilmente una serie di lavori”, dice ancora il padre. 
Solo una volta raggiunti i sedici anni, circa, si potrà tentare un intervento di chirurgia per impiantare una protesi.

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