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    Redazione  
    12 Gennaio 2020
    ore
    05:07 Logo Newsguard
    Alimentazione

    Boom di richieste per il ‘food delivery’

    Anche in provincia sempre più persone si affidano al “cibo a domicilio”. Da un’analisi Coldiretti emerge che 1 persona su 3 nel corso del 2019 lo ha utilizzato

    PROVINCIA – Cambiano le abitudini e anche in provincia si impenna il settore della food delivery diventato un importante business: interessa una persona su tre che nel corso del 2019 ha ordinato almeno una volta dal telefono o dal proprio computer pizza, piatti etnici o veri e propri cibi gourmet.

    È quanto emerge da un’analisi Coldiretti/Censis sul food delivery in riferimento all’acquisizione dell’azienda britannica Just Eat da parte dell’olandese Takeaway.com con la nascita del più grande gruppo europeo del settore.

    “Chi riceve il cibo a casa richiama l’esigenza di una maggiore sicurezza dei prodotti durante il loro trasporto garantendo adeguati standard igienici, evitando ogni contaminazione e preservando la qualità del cibo, per questo si chiede alle piattaforme web di promuovere anche la qualità dei prodotti e degli ingredienti che propongono nei loro menù di vendita e di migliorare l’utilizzo di prodotti tipici e di fornitori locali”, afferma il presidente di Coldiretti Alessandria Mauro Bianco.

    In cima alla lista delle motivazioni di ricorso al cibo a domicilio c’è il fatto di essere stanchi e non avere voglia di cucinare (57,3%), ma c’è anche un 34,1% che indica di farvi ricorso in caso di cene con amici e parenti per stupire i commensali con piatti di qualità. La possibilità di farsi arrivare le pietanze pronte a casa facilita in questo modo l’organizzazione di momenti di convivialità anche quando non si avrebbe il tempo per mettersi ai fornelli.

    “Il boom del cibo a domicilio nelle case ha portato però – ha aggiunto il direttore di Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo – un’accesa competizione sui costi tra le diverse piattaforme con offerte gratuite di trasporto, promozioni e ribassi, che rischia a volte di ripercuotersi sull’intera filiera, dal personale ai conti dei ristoratori fino ai loro fornitori dei prodotti agricoli e alimentari. Non a caso la maggioranza di chi ordina cibo sulle piattaforme web ritiene prioritario migliorare il rispetto dei diritti del lavoro dei riders, i fattorini che portano i piatti nelle abitazioni”.

    A facilitare il ricorso al food delivery c’è il fatto che i tempi di consegna sono in alcuni casi prefissati e non superano i sessanta minuti ma è anche possibile stabilire una fascia oraria precisa, mentre per quanto riguarda il pagamento è diffuso quello on line e non sempre è possibile quello in contanti.

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