Un grande classico: la torta mele e arance
TORTA MELE E ARANCE
Le torte fatte in casa oggi sono un vero e proprio must, chiunque di noi almeno una volta nella vita ne ha preparata una o per lo meno ha visto una mamma o una nonna a farlo. Fanno parte dei momenti più felici della nostra vita, segnano i compleanni, le domeniche in famiglia ma anche le colazioni e le merende. La loro storia è antichissima, addirittura antecedente il popolo egizio, nascono come pani aromatizzati al miele, anche la loro forma era già tondeggiante proprio perché da un lato se ne facevano delle palle e durante la cottura in forno tendevano ad abbassarsi e appiattirsi a forma di cerchio, dall’altra queste venivano preparate come doni per gli dei e la loro forma circolare rappresenta per l’appunto il ciclo della vita, delle stagioni, e del susseguirsi di sole e luna.
Pare che proprio per questa ragione ancor oggi vengano usate per festeggiare i compleanni e sono anche di buon auspicio! Quindi mi rivolgo a tutti voi: scaramantici o scettici non dimenticatevi di preparare una per festeggiarli!!!
Oggi vi darò la ricetta di un grande classico della tradizione italiana: la torta mele e arance, fatta a ciambella però, ma se la storia che vi ho appena raccontato vi spingerà a farla tonda vi capirò perfettamente!
FAVOLA: LA FARINA
Oggi vi raccontiamo la storia di un ingrediente di questa ricetta: la farina.
C’era un contadino di nome Giuseppe che aveva un grosso campo infestato da erbacce, allora prese il bue Gigio e andò nel campo con l’aratro, tolse le erbacce, rivoltò la terra finché non fu nera e umida, poi passò l’erpice, la spiano e con un largo gesto della mano e seminò i chicchi di grano.
Era Ottobre e incominciò a scendere una pioggiarella insistente. I chicchi germogliarono e dalla terra sbucarono delle piantine verdi. Intanto il tempo passava con giornate umide e nebbiose finchè prevalse un tempo gelido. Le nostre piantine tremavano di freddo ma madre natura premurosa le coprì di una coltre di neve per preservarle dal gelo.
Venne la primavera e le piantine iniziavano a cresce belle, rigogliose e verdi. A volte accarezzate, oppure scosse dal vento, finchè alla cima non apparvero i chicchi.
Arrivò Giugno ed il campo si trasformò in un mare dorato punteggiato da papaveri e fiordalisi. Passò la mietitrebbia che separò i chicchi dalla paglia che avrebbe fatto poi da giaciglio a Gigio. Il grano venne riposto in sacchi e portato al mulino dove finì macinato da grosse pietre che girando, spinte dall’acqua che si infrangeva sulle pale del mulino la trasformavano in farina.
Noi diamo per scontato la farina in un sacchetto ma dietro c’è il lavoro e la fatica di un intero anno di un contadino.
RICETTA:
· Difficoltà: bassa
· Porzioni:6
· Tempo di preparazione: 10 min
· Tempo di cottura: 5 min
Ingredienti:
· 3 uova
· 250 gr zucchero
· 80 gr burro fuso
· 300 gr farina
· 5 gr lievito per dolci
· 2 mele
· 2 arance
· Zucchero a velo per decorare
· Burro per imburrare la teglia
· 1 cucchiaio di zucchero per il fondo della teglia
Preparazione
In una ciotola capiente rompere le uova, aggiungere lo zucchero e montarle fin che l’impasto non sarà spumosissimo e molto chiaro.
Aggiungere ora il burro e continuare a montare l’impasto fin che non si sarà ben assorbito.
A parte in una ciotola mescolare la farina con il lievito ed aggiungerlo all’impasto poco alla volta mescolandolo con una spatola fino a togliere tutti i grumi ma facendo attenzione a non smontarlo.
Adesso aggiungere le mele precedentemente lavate, pelate, private del torsolo e tagliate a cubettoni grandi e mescolare.
Imburrare una teglia a ciambella, e spolverarla con lo zucchero, disporre le arance tagliate a fette con la sua buccia scaloppandole e formando un fondo bello ed ordinato (ricordatevi che la parte che adesso è sotto sarà la parte sopra quando cotta).
Mettere l’impasto fatto in precedenza e sbattere leggermente la teglia per livellarlo.
Cuocete la torta in forno per 35 minuti a 180° e quando ancora calda giratela in un piatto. Spolverarla con dello zucchero a velo e servitela in tavola. Una torta per tutte le occasioni, con tanta frutta e con un gusto unico.
LA SOMMELIER Stefania Bobbio CONSIGLIA:
La torta di arance e mele è composta da un impasto soffice e burroso a cui si vanno ad aggiungere l’acidità dell’agrume e la tendenza dolce che sviluppa la mela in cottura. Abbiamo capito che il dolce si abbina per concordanza ovvero dolce con dolce mentre il salato per contrapposizione quindi alla morbidezza si abbina la durezza.
In questo caso cerchiamo quindi un vino dolce, morbido con una punta di acidità o una bollicina che vada ad esaltare le note agrumate ed asprognole dell’arancia.
Siamo in Piemonte e vorrei quindi continuare a parlare di territorio e per questo per l’abbinamento di oggi mi sposto ad Acqui e vi parlo del Brachetto d’Aqui docg.
Uno spumante dolce di grande semplicità la cui presa di spuma può essere effettuate o in autoclave o in bottiglia con una durata complessiva si affinamento inferiore al mese.
Il Brachetto è un vitigno aromatico e, per questo, trasmette al vino il profumo di uva matura, questi sono detti aromi varietali e si manifestano con note muschiate e profumi di vaniglia o tostatura nei passiti.
Il Brachetto spumante è di colore rosso o rosato, al naso sentori di fragola, rosa ed erbe aromatiche, in bocca è vinoso, di medio corpo, con una piacevole effervescenza che sgrassa la bocca dalla pastosità, in questo caso della torta. Nel complesso è delicato, morbido e avvolgente ed è un piacevole fine pasto soprattutto abbinato a dolci soffici e casalinghi.