La protesta del Comitato Stop Solvay che chiama la politica
SPINETTA MARENGO – Anche la Conferenza dei Servizi, che dovrà valutare la richiesta di ampliamento (proposta da Solvay) della produzione del cC6O4, va in vacanza. Tutto sospeso per sessanta giorni, dalla data dell’ultimo incontro, ovvero 23 giugno 2020: l’azienda ha chiesto una sospensiva per rivedere i suoi calcoli e adeguarsi alle richieste degli enti che avevano mostrato parere negativo.
In questa situazione si inserisce un clima di tensione che ha visto scendere in campo i sindacati, le amministrazioni chiamate a commentare l’attuale stato di cose, e gli ambientalisti.
Nello specifico, è del “Comitato Stop Solvay” una lunga serie di domande.
«Basta segreti! Vogliamo risposte! Negli ultimi giorni abbiamo assistito ad una enorme pressione mediatica di Solvay su Istituzioni e popolazione per incutere paura e avvelenare il dibattito pubblico. Il Comune di Alessandria, che in prima battuta si era espresso con estrema cautela rispetto all’ampliamento di produzione, e la Regione Piemonte sono immediatamente intervenuti mostrando piena sintonia con l’azienda». L’intervento è del Comitato Stop Solvay, che richiama la politica al proprio ruolo.
«In questo clima, sono scomparse dal dibattito pubblico le domande più ovvie e urgenti, quelle a cui nessuno ha ancora risposto, che incidono maggiormente sulla salute di cittadini e cittadine e sull’ambiente e che, proprio per questo, richiederebbero un intervento immediato.
Perché il cC6O4 è stato trovato nel pozzo che alimenta l’acquedotto di Montecastello?
Quali e quanti sono i punti critici da cui fuoriescono dallo stabilimento le sostanze?
Perché la barriera idraulica di cui Solvay si fa vanto non argina lo sversamento degli inquinanti?
Ci sono altre zone nel nostro territorio, che risultano inquinate dagli sversamenti delle produzioni Solvay di cui non siamo ancora a conoscenza?
Quali azioni sono state messe in campo da Solvay e Istituzioni per individuare e risolvere i problemi?
Perché ad oggi il polo chimico continua a produrre e utilizzare sostanze tossiche senza alcuna garanzia rispetto alla dispersione delle stesse nell’ambiente?
Perché non viene fatto uno screening medico sulla popolazione di Spinetta e delle zone limitrofe per verificare il reale stato della salute pubblica?
Alla luce dei tragici dati degli studi epidemiologici sugli abitanti di Spinetta, perché Comune e Provincia non diffidano Solvay dal continuare la sua produzione davanti a così gravi minacce per la salute pubblica?
Lasciare queste domande senza risposta è un grave atto di omissione politica.
Alla luce del dibattito in corso, degli interventi pubblicati sulla stampa locale e nazionale, ci colpisce, infine, che l’Amministrazione Comunale non voglia condividere con la popolazione i temi dei colloqui svolti e che svolgerà con Solvay.
La gravità della situazione attuale richiederebbe almeno tutta la trasparenza possibile e una costante
comunicazione con la popolazione.
Nessun accordo segreto può essere fatto sulla pelle delle persone che vivono a Spinetta (e non solo)!»