Il referendum, Valenza e il coraggio delle idee
Non serve scomodare i classici per dire che il segreto della felicità è la libertà e che il segreto della libertà è il coraggio. Coraggio: una virtù sempre meno applicata da chi ha la responsabilità di amministrare le nostre cose pubbliche.
Servirebbe solo un pizzico di coraggio per affermare apertamente che il «sì» al referendum costituzionale sulla riduzione dei parlamentari – senza entrare nel merito della bontà della decisione in sé – è una scelta legittima. Eppure abbiamo la percezione che nessuno voglia esporsi affermando schiettamente come la pensa sulla rappresentanza politica. I costituzionalisti e i docenti universitari della nostra provincia sembrano essere tutti a favore del «no». Avremmo voluto raccontare il pensiero delle due parti attraverso le voci di chi opera e vive sul nostro territorio, ma questo non è stato possibile perché il «sì», così sembrerebbe, non è un’opzione per chi studia e insegna materie di diritto.
Va un po’ meglio, ma non tanto, con i politici, almeno quelli ben schierati, come l’onorevole Federico Fornaro (Leu) e la senatrice Susy Matrisciano (M5S) che hanno argomentato il loro sostegno all’approvazione della legge. Non ci resta che aspettare una decina di giorni per capire se sarà davvero un plebiscito per il «no» o se fin qui ha prevalso solo la paura del giudizio altrui sulla libertà (segreto della felicità) del proprio pensiero.
Sempre a proposito di coraggio: ne servirebbe una buona dose nel Valenzano, dove si sta per concludere una campagna elettorale frizzantina che qualche colpo di scena ce lo ha pure regalato (ricordate la candidata con il tatuaggio delle SS?).
Cna Valenza, uno dei principali operatori del comparto orafo, ha invitato i quattro candidati a confrontarsi in pubblico con l’intermediazione della nostra testata. Solo uno di loro, a quanto ci risulta, ha risposto positivamente (Ballerini), gli altri o hanno declinato (Oddone non può perché impegnato in una frazione…) o si sono maldestramente smarcati (Deangelis ha problemi di famiglia mentre di Giordano non si hanno notizie certe…).
Insomma, se si tratta di “esibirsi” davanti alla propria claque, tutto bene; se c’è la possibilità di rischiare qualcosa, allora, meglio nicchiare. Valenza, dunque, andrà al voto con un carico di coraggio (tra futura minoranza e futura maggioranza) minore di quello del quale avrebbe realmente bisogno per risollevare le proprie sorti e sarà, perciò, meno libera e, alla fine dei conti, anche meno felice.